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Federica Del Prete volontaria della Sottosezione Unitalsi di San Benedetto, “Più che una decisione ponderata è stata una chiamata”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Federica Del Prete ha 27 anni e dal 2009 è volontaria della Sottosezione Unitalsi della diocesi di San benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.

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Federica come è nata l’idea di collaborare con questa importante associazione cattolica dedicata al servizio degli ammalati?
Sono volontaria Unitalsi dal 2009, mentre in Croce Verde dal 2011. Più che una decisione ponderata è stata una chiamata. Sono stata a Lourdes come pellegrina nel 2008 e lì ho visto i volontari Unitalsi all’opera, non conoscevo questa associazione ma lì nel santuario ho incontrato per caso un mio lontano parente, allora seminarista, attraverso cui mi è arrivata la “proposta”. E l’anno successivo sono partita anche io come sorella di assistenza iniziando dal pellegrinaggio a Loreto e dal soggiorno estivo per anziani e disabili a Ferrà di Montemonaco. Da quel momento non ne ho più potuto fare a meno, questo mondo è diventato parte integrante della mia vita.

Quali sono le attività che portate avanti durante il servizio di volontariato?
La nostra attività di volontariato consiste nell’accompagnare e assistere anziani e disabili nei pellegrinaggi presso i santuari, ma anche essergli vicino in vari modi in diversi momenti dell’anno. Purtroppo la pandemia ha fermato gran parte delle nostre attività ma speriamo di ripartire presto.

Oltre ad essere volontaria della Sottosezione Unitalsi della diocesi di San benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto lei è una dottoressa
Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia all’Università Politecnica delle Marche nel 2019 e ho iniziato a lavorare ad aprile 2020 proprio all’inizio della pandemia tra guardie mediche e sostituzioni di medici di base. Successivamente ho iniziato a frequentare il corso di Medicina Generale e ora sono al secondo anno. Da tempo il mio sogno era quello di fare il medico di famiglia per poter avere il privilegio di accompagnare il paziente nell’arco della sua vita con un punto di vista globale sulla persona nella sua totalità per costruire insieme un percorso di cura più individualizzato possibile senza dimenticare l’aspetto umano-spirituale della malattia e della morte. Dallo scorso anno ho iniziato la mia attività professionale come medico e ho intrapreso il percorso per diventare medico di Medicina generale (ex medico di famiglia). Spero di ottenere la mia Convenzione come medico di famiglia già il prossimo anno.