ACQUAVIVA PICENA – Domenica 21 novembre presso la Sala del Palio di Acquaviva Picena si è svolta la XV edizione de “La Giornata per la storia”.

Sono intervenuti la dott.ssa Franca Tacconi della Fondazione Federico II Hohenstaufen di Jesi, dott.ssa Giovanna Olivieri, ing. Maurizio Medori, prof. Furio Cappelli, prof.ssa Cristiana Paesani.

In questa edizione ci si è occupati di spiegare come erano le case nel Medioevo e come si “viveva” la casa.
In modo particolare la dott.ssa Giovanna Olivieri si è soffermata sugli arredi e le curiosità della camera da letto, le informazioni sono state desunte dalle varie fonti storiche.

La dott.ssa Olivieri ha detto: “Mi sono occupata in modo particolare del XIV e XV secolo, apportando qualche accenno del XIII secolo. Gli arredi sono intarsiati, c’è la presenza del camino, l’avanzata di coperte sempre più decorate e la crescente presenza di cuscini, il letto che era molto più largo di quello che abbiamo oggi, le culle dei bambini pendevano dal letto e la camera aveva al suo interno anche la credenza.
I motivi di questo arredamento sono chiari, il letto era grande perché specie nelle famiglie più povere, c’era l’abitudine che insieme al marito e alla moglie dormissero anche i figli, il camino era sempre presente perché unica fonte di riscaldamento, ma veniva spento prima di coricarsi.
Le culle erano appese al soffitto sopra il letto dei genitori, avevano un’oscillazione orizzontale: spalla-spalla nel resto dell’Europa e aveva invece un’oscillazione verticale: testa-piedi, in Italia. Si era soliti portare una cuffietta per dormire, sia per il freddo sia perché si credeva che allontanasse i brutti sogni e diminuisse le cause di morte da infarto.
I vestiti durante la notte venivano appoggiati su di una staffa di legno. La presenza della credenza è la cosa forse più particolare, la sua presenza era normale a quell’epoca perché la camera da letto fungeva spesso anche da sala da pranzo; vi si ricevevano gli ospiti, era usata per conversare durante il giorno e capitava che vi si studiasse al suo interno”.

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