SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta Venerdì 3 Settembre, alle ore 10:00, presso la Scuola Maria Immacolata di San Benedetto del Tronto, la presentazione del Nuovo Polo dell’Infanzia che aprirà Lunedì 6 Settembre presso il medesimo istituto. Presenti alla conferenza stampa i fautori di questo progetto innovativo e, per certi versi, rivoluzionario: Suor Sandra, direttrice della scuola, Suor Flaviana, responsabile dell’istituto, il Dott. Alessio Sperati, coordinatore del Centro Giovane Older e la Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, titolare del centro psicopedagogico Pharus e presidente della cooperativa Pharus Young.

La prima a prendere la parola è stata Suor Sandra la quale ha spiegato le ragioni di tale progetto: “Noi stiamo facendo quello che la Chiesa da sempre fa, cioè leggiamo i segni dei tempi. Il nostro fondatore, il Beato Francesco Antonio Marcucci, ha fatto proprio questo: ha guardato ai bisogni umani e religiosi del suo tempo e ha cercato di dare loro una risposta. All’epoca la categoria più fragile e bisognosa di aiuto era, senza dubbio, la donna: il nostro beato le ha allora riservato una educazione integrale, comprensiva di ogni disciplina e rivolta a donne appartenenti ad ogni ceto sociale. Il suo esempio è per noi un monito a fare altrettanto e ci sentiamo quindi investite di questo compito. Il Covid ha lasciato uno strascico di problemi con cui dobbiamo fare i conti. Uno dei bisogni emergenti è quello di riprendere a lavorare con continuità e con uno spirito nuovo, risollevando anche le sorti economiche delle famiglie. Questo è possibile prima di tutto se i genitori vanno a lavorare e poi se lo fanno in serenità, sapendo di poter collocare i loro piccoli in un ambiente accogliente, sereno e preparato. È chiaro che, per poter dare questo tipo di servizio, noi Suore abbiamo bisogno di un sostegno formativo.”

Questi dunque i professionisti su cui le Suore Concezioniste potranno contare per il loro progetto: per la fascia di bambini da 1 a 3 anni (quelli che comunemente vengono definiti bambini in età da asilo nido) il coordinatore pedagogico sarà il Dott. Alessio Sperati, mentre per la fascia dai 3 ai 6 anni (quella dei bambini della scuola dell’infanzia) ci sarà la Dott.ssa Alessandra Pulcini. A supervisionare il loro lavoro e anche l’offerta pedagogica per gli alunni della scuola primaria ci sarà la Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia.

Il Dott. Alessio Sperati ha dichiarato: “Per me partecipare a questo progetto è davvero entusiasmante. Venendo da una realtà più piccola come quella di Porto d’Ascoli, sto dando la possibilità a molti bambini di usufruire di un servizio qualitativamente superiore: ci tengo a precisare, infatti, che il nostro è un nuovo modello pedagogico che tiene conto dei modelli passati , ma considera anche il periodo storico-sociale che stiamo vivendo. Inoltre integra la psicologia e la pedagogia: lavorare in team in questa maniera è esaltante per noi professionisti, ma soprattutto è efficace e produttivo per i bambini i quali saranno i primi a trarne beneficio. Infine il nostro è un modello che non è già stato applicato, bensì viene costruito in base alle richieste; per questa ragione ogni anno prepareremo un nuovo progetto di lavoro, perché, cambiando le richieste, il numero e le esigenze dei bambini, dovremo necessariamente adattare anche l’offerta formativa.”

Dello stesso avviso la Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, la quale ha dichiarato: “Prima di tutto mi sento di ringraziare, dal profondo del mio cuore, le Suore Concezioniste per il coraggio che hanno avuto, per essersi messe in discussione sia dal punto di vista formativo che dal punto di vista pedagogico-didattico. Questa è una lezione di vita per tutti noi. Solo così si combatterà, insieme, il nemico più grande che ci lascia in eredità la pandemia, cioè la dispersione educativa. Per questo coraggio e per la tenacia, che forse avranno mutuato dal loro fondatore, io mi sono sentita di accettare l’incarico di supervisore.”

La Dott.ssa poi ha proseguito il suo intervento spiegandone le finalità: “La nascita del Polo dell’Infanzia e soprattutto lo sviluppo all’interno di questo Polo di contenuti pedagogici, didattici, organizzativi ed educativi, aiuteranno a creare il raccordo tra il nido e la scuola dell’infanzia, perché questo sviluppo dovrà favorire lo scambio di esperienze, l’apertura e la flessibilità: dovrà fare in modo che non solo i bambini possano incontrarsi fra loro, ma anche i docenti e le famiglie. Dobbiamo andare verso l’idea di una scuola aperta: aperta non solo alle famiglie, ma all’intera cittadinanza, tanto che abbiamo previsto un incontro mensile con le famiglie e con le istituzioni, affinché si possa parlare di una comunità educante.”

Per quanto riguarda il modello pedagogico – ha aggiunto la Dott.ssa Verdecchia – in accordo con l’università di Urbino, con la quale io collaboro, siamo propensi a credere in un modello che possiamo definire integrato, cioè che si avvalga di esperienze di illustri pedagogisti del passato ma anche di quelli del presente. In primis abbiamo studiato la pedagogia del fondatore Marcucci: in questa scuola, infatti, non potevamo che ripartire da quegli insegnamenti. Partendo da lì abbiamo pensato di avvalerci di un approccio montessoriano che riguarda principalmente la cura degli ambienti e anche i materiali utilizzati. Poi mi vengono in mente pedagogisti come Vygotskij, con la zona dello sviluppo prossimale, che ha a che fare con la caratterizzazione delle attività e che prevede quindi che ad ognuno venga fatta esercitare una specifica attività, e Monar secondo cui la creatività è il volano della conoscenza e bisogna quindi dar voce all’interesse e alla curiosità. Infine penso anche a Canevaro, un pedagogista dei giorni nostri che afferma che la diversità è segno di ricchezza. Perciò il nostro modello, avvalendosi di tutto questo, pone attenzione al corpo del bambino, a tutto quello che lo riguarda, le sue esperienze, il gioco, la narrazione, l’affettività, l’emotività, per poi avvalersi – dal punto di vista dell’apprendimento – anche dei dispositivi della didattica che sono i campi dell’esperienza che mettono al centro il corpo, la conoscenza, lo sguardo.”

“Noi siamo qui – ha concluso la Verdecchia – perché crediamo che, con un intervento preventivo e precoce, potremmo arginare i tanti disagi che vengono spesso fuori durante l’adolescenza. Da professionista vi dico che, quando i giovani arrivano da me, purtroppo spesso è tardi. Con questo progetto cerchiamo perciò di prevenire. L’invito quindi è a rimetterci tutti in gioco: le Suore Concezioniste, che ripartono da una formazione umana e pedagogica, ma anche tutte le scuole, tutte le istituzioni. La comunità intera è invitata e rimettersi in gioco perché la situazione post- Covid è gravissima.”

Ultima ad intervenire Suor Flaviana, la colonna dell’istituto, la quale ha dichiarato: “Abbiamo sostenuto grandi spese per mettere a norma gli edifici e soprattutto dargli vita, ma non ci dispiace, anzi siamo felici perché pensiamo che questo progetto possa funzionare molto bene. Crediamo sia un raccordo tra il vecchio ed il nuovo. Lavorando secondo lo spirito del nostro fondatore e tenendo conto delle nuove esigenze, cercheremo di dare ai nostri bambini un’offerta formativa di qualità ed al passo con i tempi.”

Da domani, 6 Settembre, dunque, le porte dell’istituto verranno aperte a ben 90 alunni, 20 del nido (1-3 anni) e 70 dell’infanzia (3-6 anni). Inoltre tutta la prossima settimana, dal 6 al 10 Settembre, sarà dedicata alla formazione umana e pedagogico-didattica dei docenti dell’istituto, che verrà effettuata dalla Dott.ssa Maria Chiara Verdecchia con l’equipe dell’Università di Urbino, in particolare con il Dott. Andrea Lupi, esperto di Pedagogia dell’Infanzia. Poi Sabato 11 Settembre, come ogni anno, convergeranno qui a San Benedetto del Tronto tutti i formatori laici italiani.

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