- L'Ancora Online - https://www.ancoraonline.it -

Attività radioamatoriale Sambenedettese, Paoletti: Un amore che non tramonta nonostante l’avvento dei social

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nello scorso week-end nella nostra Città si è realizzato un evento di carattere mondiale che ha messo la Riviera delle Palme in contatto con tante altre parti del globo. Il tutto è stato reso possibile grazie alla sezione locale dell’Associazione Radioamatori Italiani di cui è presidente Antonio Paoletti che abbiamo intervistato.

Ci può spiegare nel dettaglio cosa è avvenuto nello scorso week-end?
Fra venerdì 20 e domenica 22 agosto nelle pertinenze del Circolo Nautico Sambenedettese (CNS) abbiamo svolto un’attività radiantistica di tipo relazionale nella quale abbiamo attivato a livello radio dei fari mondiali. Per questo motivo ringrazio il Vicepresidente del CNS Giacomo Forti che si è speso in prima persona perché si potesse realizzare questo evento. L’iniziativa viene denominata Lighthouse Weekend ed è alla sua 24ª edizione. Essendo una sezione di radioamatori che sta nelle pertinenze del faro, abbiamo avuto il piacere di metterci a disposizione di tutti i radioamatori a livello mondiale che ci hanno voluto contattare. I fari censiti sono migliaia e sono stati più di 3000 i contatti effettuati.

Che dimensione ha la vostra associazione sia a livello locale che nazionale?
Il gruppi dei Radioamatori è presente a San Benedetto del Tronto dal 1949 e si è trasformato in Sezione dell’Associazione Radiotecnica Italiana nel 1974, fino a divenire poi l’attuale Sezione dell’Associazione Radioamatori Italiani. Per dare un’idea della nostra realtà associativa possiamo dire che sono 35 gli iscritti nella sezione locale che raccoglie la Città di San Benedetto e i comuni limitrofi, mentre sono 300 i soci nelle Marche, riuniti in 10 sezioni, e 12.000 gli iscritti in tutta Italia.

Che tipo di attività svolgete?
La nostra attività è poco visibile al grande pubblico, tranne per alcune occasioni come quelle di alcune grosse fiere, nelle quali noi mettiamo a disposizione le nostre apparecchiature radioamatoriali per far vedere l’attività che noi facciamo a casa. Parecchi dei dispositivi che utilizziamo sono autocostruiti in quanto la maggior parte dei soci dell’Ari è costituita da ingegneri, periti radiotecnici, ovvero persone che hanno proprio una passione in questo campo. Ci sono poi altri soci che, come me, conoscono la radio dai tempi del Citizens’ Band (CB), e che nel tempo sono divenuti radioamatori.

Con l’avvento dei social l’attività radioamatoriale è stata superata?
Essere radioamatore appartiene a un campo generazionale che delimita gli anni Novanta. Per capirci, io ho 42 anni e sono una delle ultime persone che ha trafficato col CB. Questa cultura radioamatoriale l’ho portata avanti per un interesse mio che non si è mai sopito. Purtroppo la nuova tecnologia e in particolare hanno messo un po’ all’oscuro questa passione. Noi ci muoviamo a livello di attività per fare vedere all’esterno la nostra appartenenza attraverso le fiere dell’elettronica, alcune attività pensate per gli scout o per le scuole e siamo infine anche attivi a livello di protezione civile nelle radioemergenze.

È stata proprio una radioemergenza a creare un legame profondo fra voi e la popolazione di Arquata del Tronto che proprio 5 anni fa è stata colpita da un violento terremoto…
Sì, a partire dal 2016 ogni anno il giorno 24 agosto andiamo a radiotrasemettere ad Arquata. Siamo sempre stati vicino alla popolazione di Arquata, rimanendo in contatto. Nel 2017 abbiamo attivato un diploma che è durato un anno ed ha raccolto 1700 euro che abbiamo donato all’Amministrazione Comunale per la ristrutturazione della torre civica di Arquata. Abbiamo fatto più di 15.000 collegamenti in un anno e abbiamo contattato parecchi radioamatori che, ricevendo il diploma di averci contattato anche solo una volta, hanno fatto una donazione e hanno perorato la causa che abbiamo portato avanti da un anno. Insomma, i radioamatori di Fermo, Ascoli Piceno e San Benedetto sono legati ai territori colpiti dall’evento sismico del 2016 perché in quel periodo sono stati attivi in favore della popolazione insieme ai radioamatori del Centro Italiano Sperimentazioni ed Attività Radiantistiche delle Marche.