Di Giuseppe Mariucci

MONTELPARO – È di un paio di mesi fa l’uscita nelle librerie della bellissima opera di Patrizia Baglioni, scrittrice di Montelparo, dal titolo “Il colpevole è il Koala”! E di ciò parlammo, da queste pagine, grazie ad una intervista che l’autrice ci ri-lasciò! E Patrizia, stupendo tutti, si è cimentata di nuovo, e in così breve tempo, con una nuova storia: è uscito, infatti, il 17 Maggio scorso il suo “WOBY – STORIA DI UN’AMICIZIA”, edito dalla casa Editrice PINK FACTORY PUBLISHING. Il libro accoglie la storia incredibile di un amico a quattro zampe che diventa, con il tempo, un amico di vita!
Non potevamo non chiederle, anche per questo nuovo libro, un suo inter-vento diretto. Patrizia, di buon grado ha voluto anche questa volta sottoporsi alla nostra intervista! E noi le abbiamo chiesto:

Di cosa parla il tuo nuovo libro Patrizia?
È una storia autobiografica ambientata proprio a Montelparo il mio paese d’origine, in modo specifico nella Via Celestiale dove sono cresciuta. Il racconto riguarda la storia d’amicizia tra me bambina e Bobby, detto Woby, il mio cagnolino con cui ho condiviso mille avventure.

Quali sono i temi di questo libro?
Il libro parla di animali, dei valori familiari e comunitari che ho sperimentato e poi del rapporto privilegiato con la natura che mi ha formato come persona e come scrittrice. Chi mi segue sa che nei miei libri gli elementi naturali non mancano mai. In questo caso raccontando della mia infanzia sono presenti i racconti relativi ai lavori agricoli, alla vendemmia, alle nevicate e alle passeggiate nei boschi. Noi ragazzi cresciuti in campagna abbiamo avuto la possibilità di correre liberi e giocare con tutto quello che la terra ci ha messo a disposizione. Questo testo fa parte della collana RED RIDING HOOD dedicata ai più giovani che possono ritrovare attraverso le pagine, il fascino di una vita vissuta all’aperto a contatto con i colori vivi del cielo, delle piante e della frutta.

Chi era Woby? Perché è rimasto nella tua memoria?
Woby è nato nella mia casa, era il figlio della mia cagnetta Kety. Non apparteneva ad una razza ben precisa, aveva il pelo di un volpino e le zampette da bassotto. Gli occhi in modo particolare erano intensi ed espressivi, ma a colpire più dell’aspetto era il carattere. Da piccolo era un cucciolo timoroso, ossessionato dal rapporto con la madre, la seguiva ovunque evitando in ogni modo la relazione con noi della casa. Da grande però dimostrò grande forza di carattere, diventò protettivo verso la casa, sfidava a muso aperto i nuovi cani e soprattutto le macchine che passavano per la contrada con grinta e coraggio. Woby partecipava a tutte le battute di caccia della squadra di mio padre, la sua passione era l’inseguimento della preda e nonostante le zampe troppo corte e il fisico tozzo che strappava qualche sorriso, dimostrava grande determinazione.

Ci sono altri personaggi da ricordare?
Naturalmente tutti i cani della contrada: Diana la cagnetta lady, Nerone il dobermann tutto nero, Truciolo il cagnolino rasta e tanti altri ancora. E poi gli animali della casa: il pesce Insensato, Schifosodiungatto e tutti i cani che hanno fatto parte della famiglia, perché quando un animale domestico entra in una abitazione, diventa membro ufficiale del gruppo familiare. Approfitto per ricordare Lilly e Trottola due cagnette che sono state abbandonate nella nostra zona e che noi abbiamo adottato con grande gioia. Nonostante il trauma dell’abbandono, esse hanno saputo ritrovare fiducia negli uomini e nella parte di vita trascorsa con noi sono state estremamente generose. L’abbandono dei cani è un tema che sento molto vicino proprio perché negli occhi delle mie piccole amiche ho riconosciuto tanta rabbia, delusione e paura per ciò che avevano vissuto. Ora che il momento della pandemia sembra superato e si può ricominciare a viaggiare, mi raccomando: PORTATE SEMPRE I VOSTRI ANIMALI CON VOI!

Un’ultima domanda: cosa ti hanno insegnato i tuoi amici animali?
L’amore incondizionato, la fiducia e soprattutto il rispetto. Con loro ho riscoperto i miei istinti e la capacità di sentirmi libera e felice. Ma soprattutto mi hanno insegnato la diversità: ognuno dei miei cani è stato unico, con personalità differente e un carattere tutto suo, Lilly era discreta, Titino si entusiasmava per le piccole cose, Trottola era permalosa, Lola era indipendente. Tutti loro mi hanno dimostrato amicizia e io spero di aver ricambiato in modo adeguato il loro prezioso sentimento.
Grazie Patrizia per la tua disponibilità e per quanto hai fatto qui trasparire con molta evidenza: l’amore e il rispetto per un mondo, quello del “Genere animale” che tutti i giorni mostra con grande affetto il suo immenso attaccamento al “genere umano”!

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