“Come è triste quando si dice dei cristiani: ‘guarda come litigano’”. Ad esclamarlo è il Papa, nel videomessaggio – in spagnolo – inviato a conclusione della Veglia ecumenica internazionale organizzata da Charis, attraverso la Commissione per l’Unità dei Cristiani, nella Chiesa anglicana di Christ Church a Gerusalemme. ”Può il mondo di oggi dire dei cristiani: ‘guarda come si amano’ o può dire con verità ‘guarda come si odiano’ o ‘guarda come litigano’?”, la domanda provocatoria di Francesco, commentando la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli a Pentecoste. “Abbiamo peccato contro Dio e contro i fratelli”, il mea culpa di Francesco, che nel videomessaggio chiama l’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana “mio fratello e amico”: “Siamo divisi, abbiamo rotto in mille pezzi quello che Dio ha unito con tanto amore, compassione e tenerezza”. “Tutti, tutti abbiamo bisogno di chiedere perdono, al padre e a tutti, e abbiamo bisogno di perdonarci tra di noi”, la tesi del Papa: “Se è sempre stata necessaria l’unità dei cristiani nell’amore vicendevole, oggi lo è ancora di più”. “La pandemia – osserva Francesco – è effetto non solo di un virus, ma dell’egoismo e dell’avidità che fanno sì che ogni volta i poveri siano più poveri, e i ricchi più ricchi. La natura sta arrivando al limite delle sue possibilità per l’azione predatoria dell’uomo, a cui Dio ha affidato il compito di custodire e far fruttificare la terra”. “La notte di oggi può essere una profezia, può essere l’inizio della testimonianza che noi cristiani, uniti, dobbiamo dare la mondo”, conclude Francesco: “essere testimoni dell’amore di Dio che è stato versato nei nostri cuori dallo Spirito Santo che ci ha dato”.” Dobbiamo cambiare grazie allo Spirito Santo per poter cambiare il mondo”, l’invito finale.

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