CASTIGNANO – “Così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale” recitava la celebre ode di Alessandro Manzoni. Lo stesso possiamo dire della comunità castignanese che ieri mattina, 19 Maggio, si è ritrovata davanti alla Chiesa di Sant’Egidio Abate di Castignano per partecipare alle ore 10:00 ai funerali del giovane Samuele Fabrizi, scomparso, a soli 24 anni, a causa di un malore che si è manifestato mentre stava lavorando in un’officina metalmeccanica ad Offida.

Una folla smisurata, che ha occupato gran parte della via, si è radunata davanti all’edificio sacro molto prima dell’inizio della cerimonia funebre e lì è rimasta, non potendo accedere all’interno della Chiesa, già gremita di parenti ed amici stretti. Una comunità ferita, incredula, riunita in un silenzio assordante. È stato proprio il silenzio il tema dominante anche della Messa presieduta da don Tiziano Napoletani, il quale ha detto: “Qui fuori c’è un mare di silenzio, che non è, però, silenzio interiore, perché dentro ciascuno di noi si pone delle domande e non trova risposte, rimane quindi basito ed ammutolito. Io posso solo dire che vi capisco, capisco quello che voi state provando. Non posso certamente capire il dolore che stanno provando la mamma ed il papà di Samuele, ma quello che state passando voi ragazzi. Io ho perso quattro amici, amici che per me erano di compagnia, come Samuele lo era per voi. Se domani, nel sonno, vi sveglierete e, pensando a lui, piangerete, sappiate che è tutto normale, che è l’amore verso Samuele che vi farà fare così. Alcune volte anch’io mi sveglio pensando ad un mio amico che non c’è più. Ecco questa è la bellezza di noi persone, di noi umani che abbiamo bisogno di affetto, dolcezza, amicizia, tutte cose che non sono materiali, contingenti e quindi destinate a perire, bensì sono durature ed eterne: gli amici, infatti, non si perdono mai.”

Al termine della toccante celebrazione, la salma è stata trasportata a spalla fuori dalla Chiesa dove il silenzio infinito dei minuti precedenti è stato interrotto da un lungo applauso della folla. Qui gli amici del club di motociclismo, di cui Samuele faceva parte, hanno voluto dare all’amico il loro personale ultimo saluto. Schierati in una lunghissima fila, disposti uno accanto all’altro, tutti i ragazzi hanno atteso sulla propria moto il corteo funebre: al passaggio della salma ognuno di loro ha liberato un palloncino colorato, oltre ad un bouquet di palloni che formavano il numero 300, il numero con cui Samuele correva. Mentre tutti i palloncini colorati hanno preso il volo alti nel cielo, sospinti dal vento che nel frattempo si era alzato, un filo di bassa tensione ha impedito temporaneamente di spiccare il volo al 300, quasi a volerlo trattenere ancora un po’ in mezzo a noi. L’urlo di dolore, a questo punto, è stato affidato al rombo assordante delle moto.

Samuele lascia non solo la madre Sabrina, il padre Sandro ed il fratello Simone, ma un’intera comunità che non trova consolazione, se non forse nelle parole che don Tiziano ha rivolto ai tanti giovani presenti: “La fede ci dice che le persone non le perdiamo per sempre e che questo tempo, che noi viviamo fino al giorno della nostra morte – che è l’apertura alla vita eterna – è un tempo in cui noi abbiamo la possibilità di fare del bene. Dunque facciamolo, facciamo del bene, già da oggi, già da adesso! Possiamo scegliere noi cosa fare, dunque scegliamo di fare del bene.”

Proprio come ha fatto nella sua breve esistenza Samuele, che ha sempre partecipato in maniera attiva alla vita sociale del suo paese, lasciando una traccia indelebile del suo amore per la vita e per gli altri.

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