SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È con grande piacere che oggi ospitiamo Tiziano Ruffo Campanelli, 17 anni, studente del Liceo Aeronautico di Grottammare, il più giovane volontario della Croce Rossa Italiana – Comitato di San Benedetto del Tronto.

Quando e perché hai deciso di unirti agli altri volontari della CRI di San Benedetto del Tronto?
Ho deciso di unirmi un anno fa, dopo aver vissuto pienamente l’esperienza del covid. L’ho fatto perché ho capito le difficoltà che ogni persona sta vivendo in questo momento e volevo quindi sentirmi utile ed aiutare il prossimo.

Quali sono le tue mansioni al momento?
Le mansioni dipendono dall’età, dalla preparazione che viene fatta prima e dall’esperienza. Nel mio caso io, all’inizio, ho dovuto seguire un corso di 2 mesi in cui mi sono stati spiegati due concetti molto importanti: prima di tutto il significato di far parte di un’associazione così grande come la Croce Rossa, poi cosa vogliono dire unità e fraternità. Durante il corso ci sono state, ovviamente, anche lezioni sul primo soccorso e su come comportarsi in caso di emergenza sanitaria. Sfortunatamente, sempre per via delle restrizioni, tutto ciò è stato svolto su piattaforme online, quindi non c’è stato modo di approfondire, anche solo provando le manovre sul manichino. Devo dire che le mansioni di cui mi occupo non sono proprio quelle che immaginavo! All’inizio credevo di poter effettivamente correre in soccorso alla prima telefonata; già immaginavo di sfrecciare sulle strade, in ambulanza, sotto il suono della sirena. Ma tutte le mie fantasie sono state subito stroncate: appena arrivato in sede, infatti, mi hanno riferito che, fino al compimento dei 18 anni, non ne avrei avuto la possibilità. Quindi le mansioni per un ragazzo giovane e minorenne, alla Croce Rossa, sono quelle di rispondere ad eventuali telefonate ed occuparsi del “Pronto Farmaco” o dei “Pronto Spesa” due servizi che consistono nel recapitare eventuali farmaci oppure la spesa a persone in difficoltà, con sintomi di covid, che si trovano in quarantena e non possono uscire di casa.

Cosa hai imparato da quando sei in CRI?
Da quando sono in CRI, ho imparato molte cose. Prima di tutto ho acquisito le tecniche di primo soccorso, in modo da essere sempre utile ed efficiente nel caso qualcuno abbia un malore. Poi ho imparato ad essere prudente, perché anche un minimo errore può aggravare il problema che una persona sta già vivendo. Infine ho imparato che aiutare il prossimo è fondamentale nel mondo in cui viviamo oggi ed è molto gratificante per chi lo fa.

Qual è il servizio, svolto finora, che più ti è piaciuto e ti ha lasciato un buon ricordo? Perché?
Come ho già detto, non ci sono stati servizi speciali, anche perché con il periodo che stiamo attraversando è molto difficile essere sempre presenti in sede. Comunque un evento che mi ha lasciato un buon ricordo è legato al giorno in cui abbiamo fatto lo screening a San Benedetto del Tronto: è stata la mia prima volta come operativo da volontario CRI. Mi sono sentito più maturo e con delle responsabilità.

Cosa significa per te far parte della CRI?
Per me far parte di CRI significa far parte di una grande associazione, quindi di una grande famiglia, dove ognuno di noi aiuta l’altro e insieme riusciamo ad essere di aiuto per i più bisognosi.

Qualche amico ti ha mai chiesto “Ma chi te lo fa fare?” Se si, cosa hai risposto?
Si, ci sono stati alcuni miei amici e anche compagni di scuola che mi hanno chiesto dove trovassi la voglia e la forza di essere volontario. Beh, io ho risposto semplicemente “Determinazione”: è solo grazie ad essa che io riesco a trovare la forza di essere volontario ed aiutare il prossimo. Spero più avanti di poter diventare un operatore effettivo e – chissà – magari anche di poter essere un autista.

Perché consiglieresti ad un tuo coetaneo di iscriversi alla CRI?
Secondo me, iscriversi comporta delle importanti responsabilità: è un’occasione per diventare più maturi e rappresenta quindi una notevole crescita personale. Lo consiglio a tutti i miei coetanei, perché essere volontario fa apprendere molte nozioni utili nella vita e soprattutto, salvando persone in difficoltà, si diventa persone migliori.

Quale messaggio vuoi dare ai nostri lettori?
Il mio messaggio è che tutti, nel nostro piccolo, possiamo oggi essere migliori per poter far splendere il domani: se tutti noi ci impegnassimo, infatti, nell’aiutare le persone in difficoltà, senza rimandare a domani, ma cambiando già da adesso, potremmo creare un mondo migliore, pieno di gioia e felicità in ognuno di noi. C’è una frase che mi disse tanto tempo fa una persona a me cara “C’è soltanto un momento davvero importante, questo. Il presente è il solo momento di cui siamo padroni”.

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