“La crisi nel Tigray è ormai al sesto mese. Più di 1 milione di persone sono state sfollate, mentre i combattimenti continuano. L’accesso e la sicurezza restano un serio problema. Siamo profondamente preoccupati per le conseguenze della crisi sui bambini. È una crisi di protezione, istruzione e nutrizione. Sta emergendo una preoccupante fotografia di gravi e continue violazioni dei diritti dei bambini”. A lanciare l’allarme sulla situazione in Etiopia è oggi James Elder, portavoce dell’Unicef. Nella regione interna del Tigray, dove l’esercito governativo è intervenuto contro gruppi locali, i bambini sono stati colpiti sia dal Covid-19 sia dal conflitto. “Ho ricevuto personalmente notizie strazianti di bambini stuprati o testimonianze di donne vittime di violenza sessuale – racconta Elder -. Ho ascoltato storie traumatiche di sopravvissuti, uno persino di 14 anni. Ho sentito storie di stupri di gruppo. Il livello di crudeltà descritto in questi attacchi era sconcertante. Quest’anno, dal 1° gennaio al 16 aprile, in un solo centro supportato dall’Unicef sono arrivate in media ogni giorno 3 segnalazioni di casi di violenza di genere”. 1,4 milioni di bambini sono fuori dalle scuole da più di un anno e il Ministero dell’Istruzione stima che “fino al 25% delle scuole sono state danneggiate; inoltre la riapertura delle scuole richiede una ricollocazione di centinaia di migliaia di sfollati interni che attualmente sono rifugiati in scuole”.  Manca poi l’acqua: secondo una recente indagine dell’Unicef e dei suoi partner in 13 città, più della metà dei pozzi non sono operativi. I servizi igienico-sanitari rappresentano un’altra grave preoccupazione. Le condizioni igieniche in molti siti per sfollati sono scarse: “Ci sono grandi rischi di sfruttamento per i bambini e le persone non possono attuare le misure di prevenzione dal Covid-19”. I combattimenti sono scoppiati proprio quando la gente avrebbe dovuto fare il raccolto. “Molti hanno anche subito il furto del bestiame – dice Elder -. Hanno perso l’accesso ai fertilizzanti e ai vaccini per il loro bestiame. Stiamo assistendo a un picco di malnutrizione in una regione che già prima aveva visto un forte aumento di bambini malnutriti che richiedevano cure salvavita”.

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