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Inaugurato il 49* anno accademico della Scuola di Formazione Teologica


DIOCESI
– Nella serata di venerdì 26 marzo si è tenuta in modalità streaming la prolusione con la quale si è ufficialmente inaugurato l’anno accademico 2020/2021 della Scuola di Formazione Teologica diocesana. Generalmente, trattandosi di un atto ufficiale col quale si aprono le attività didattiche, questo evento cade a ridosso dell’inizio dell’anno accademico, ma ormai con la pandemia ci siamo abituati allo stravolgimento delle consuetudini, stravolgimento che è stato anche al centro della relazione del teologo don Roberto Baglioni.

La seduta è stata aperta dalle parole di saluto del Vescovo Carlo Bresciani il quale ha introdotto il tema della relazione domandandosi se la nostra fede si fonda sulle abitudini o su qualcosa di più profondo. Come cristiani anche in un tempo così difficile come quello della pandemia siamo chiamati a rispondere a questo interrogativo, anche alla luce del Mistero della Morte e Resurrezione del Signore che ci apprestiamo a celebrare.

Anche don Lorenzo Bruni, Direttore della Scuola di Formazione Teologica, ha rivolto un saluto ai presenti, porgendo anche al vescovo Carlo in occasione del suo 73* compleanno. Don Lorenzo ha voluto ringraziare i docenti per la loro competenza e gli studenti per l’impegno profuso, nonostante tutte le difficoltà del momento. Infine il Direttore ha espresso il rammarico per la mancanza quest’anno di un viaggio di istruzione, un momento altamente formativo che nei precedenti anni ha portato gli appartenenti alla scuola a visitare l’Istituto Teologico di Ancona, le basiliche di Ravenna e la Diocesi di Chieti dove è avvenuto l’incontro col vescovo Bruno Forte.

Ha preso poi la parola il teologo Roberto Baglioni il quale ha tenuto una relazione dal titolo La Chiesa alla prova del Covid. Dall’emergenza alla ri-emersione del fondamento. Il sacerdote ha riflettuto ha partire dalla descrizione di come la Chiesa ha affrontato l’emergenza covid, mettendo in evidenza alcune criticità, affrontate non in modo polemico, ma come stimolo di riflessione per il rilancio di una teoria e di una prassi che siano sempre più conformi al Vangelo. Inevitabile la riflessione sulle “messe in streaming” che secondo Baglioni hanno messo in evidenza un modo non sempre corretto di approcciarsi alla liturgia. Il sacerdote ha citato la i 21: «La Chiesa ha sempre venerato le Sacre Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo» e ha invitato a riflettere sull’avverbio “soprattutto”. Questo ci permette di comprendere che tanto la Parola quanto il Corpo di Cristo sono presenti massimamente nella liturgia, ma questo non esclude la loro presenza in altre modalità all’interno della vita della Chiesa. Si può ad esempio pensare – ha affermato Baglioni – che in tutto il primo millennio l’espressione “vero corpo” era riferito alla Chiesa e non all’Eucaristia. Alla luce di ciò l’evento della pandemia potrebbe essere colto come un momento per vivere e riscoprire  – a causa della mancanza del sacerdote ordinato – il proprio sacerdozio battesimale in particolare nell’ambito della famiglia, chiesa domestica. In tal senso Baglioni ha elogiato il Vescovo Carlo che durante il lockdown dell’anno scorso ha diffuso un sussidio quaresimale particolarmente rivolto alle famiglie, attraverso il quale riscoprire l’importanza della Parola di Dio.