MARCHE – Pubblichiamo la nota del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche.

Obiettivo primario della Legge 194/78 – si legge sul sito del Ministero della Salute, sezione Salute Donna – è la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto attraverso la rete di consultori familiari, un obiettivo che si intende perseguire nell’ambito delle politiche di tutela della salute delle donne”. A distanza di più di 40 anni dalla sua emanazione, la citata normativa sull’aborto, purtroppo, continua a non trovare piena applicazione ed è spesso motivo di scontro tra le diverse posizioni ideologiche.

Più volte, come Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, al quale aderiscono più di 25 associazioni che si occupano di famiglia presenti su tutto il territorio regionale, abbiamo sollecitato l’applicazione della legge nella sua prima parte in vari modi: a) sostenendo la proposta di convenzionare i diversi consultori privati, che lavorano nella nostra regione con competenza e professionalità e che potrebbero fornire un aiuto concreto al perseguimento dell’obiettivo primario della legge stessa attraverso un serio ed adeguato supporto formativo e informativo; b) avanzando l’idea di dare spazi pubblici alle diverse associazioni che promuovono e sostengono la maternità contribuendo a non lasciare sole le donne in questa fase così delicata e importante della loro vita, facendosi carico, spesso concretamente, delle difficoltà che le donne incontrano, specie se sole, ma sempre nel pieno rispetto della libertà individuale. È di questi giorni la scelta della Regione Marche di non seguire le linee guida del Ministero della Salute in merito alla possibilità di somministrare il farmaco abortivo Ru486 in day hospital, in ambulatorio e persino nei consultori. Sul punto, il Forum Marche aveva espresso la sua contrarietà in ordine all’utilizzo della suddetta pillola nei consultori già nel corso della passata legislatura regionale, quando si era tentato di concludere la fase sperimentale, avviata presso l’Ospedale di Senigallia, nei consultori: il nostro appello allora fu ascoltato e la Ru486, che noi consideriamo un vero e proprio strumento abortivo, continuò ad essere somministrata solo in ambito ospedaliero. Oggi ribadiamo che, anche a seguito della pandemia, occorre intervenire a sostegno delle donne con idonee formazioni sociali di base e attivare sportelli informativi con il sostegno delle associazioni del volontariato, che possano supportare la maternità, laddove si presentino situazioni di difficoltà, di disagio e di solitudine, anche dopo la nascita. È necessario che la Regione Marche, al di là degli scontri ideologici in atto, metta mano, senza pregiudiziali ma con l’intento primario di ascoltare e dare voce alla donna in difficoltà per la gravidanza, alla costruzione di una rete di sinergie presenti sul territorio dando vita ad un supporto permanente e qualificato su cui poter fare serio affidamento. La salute delle donne, il benessere delle famiglie e l’impulso alla natalità (quella della Regione Marche, è tra le più basse a livello nazionale) sicuramente non si giova di atteggiamenti di scontro tra posizioni ideologiche che non portano da nessuna parte. Il Forum delle Associazioni familiari delle Marche rivolge invece un caloroso invito, anche attraverso il coinvolgimento della Consulta regionale della Famiglia, a sedersi intorno ad un tavolo per poter studiare strumenti e misure concrete volte a prendersi cura delle donne, ad avere a cuore la famiglia e a tutelare la vita umana dal suo inizio.

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