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43ª Giornata per la vita: domenica la Messa in Cattedrale

DIOCESI – Sarà celebrata domenica 7 febbraio la 43ª Giornata nazionale per la vita. Per l’occasione, la Conferenza episcopale italiana ha voluto concentrare il suo messaggio sul tema “Libertà è vita”. A livello diocesano, per l’occasione si terrà una Messa presieduta dal vescovo Carlo Bresciani. Nel rispetto delle precauzioni dettate dall’emergenza sanitaria, la celebrazione eucaristica si terrà alle ore 11.00 nella Cattedrale Madonna della Marina, dove sarà possibile garantire il distanziamento necessario.

L’invito a partecipare è rivolto a tutti, ma in particolare ai rappresentanti dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav) e agli incaricati di movimenti, associazioni e gruppi che tutelano, difendono e promuovono la vita.

La proposta e la successiva istituzione di una Giornata annuale da dedicare alla difesa della vita nacque dal consiglio permanente della Cei nel 1978 con la finalità di promuovere l’accoglienza della vita, in particolare della vita nascente. La celebrazione avviene ogni anno, la prima domenica di febbraio.

Senza il dono della libertà – osservano i Vescovi Italiani – l’umanità non sarebbe se stessa, né potrebbe dirsi autenticamente legata a Colui che l’ha creata; senza il dono della vita non avremmo la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce”. Secondo i vescovi, “l’asse che unisce la libertà e la vita è la responsabilità”. “Essa – spiegano – è la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza. La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità”. “Responsabilità – aggiungono i vescovi – significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone. Senza responsabilità, libertà e vita sono destinate a entrare in conflitto tra loro; rimangono, comunque, incapaci di esprimersi pienamente”.
Per questo, “dire ‘sì’ alla vita è il compimento di una libertà che può cambiare la storia”. “Ogni uomo – evidenziano i vescovi – merita di nascere e di esistere. Ogni essere umano possiede, fin dal concepimento, un potenziale di bene e di bello che aspetta di essere espresso e trasformato in atto concreto; un potenziale unico e irripetibile, non cedibile”. “Solo considerando la ‘persona’ come ‘fine ultimo’ sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale”. Infine, “l’esercizio pieno della libertà richiede la Verità: se desideriamo servire la vita con vera libertà occorre che i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà s’impegnino a conoscere e far conoscere la Verità che sola ci rende liberi veramente”.