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Pietro ed Eola hanno ringraziato il Signore per i 60 anni di vita insieme

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 9 gennaio presso la chiesa di San Benedetto Martire i coniugi Pietro ed Eola Pompei si sono ritrovati insieme con parenti e amici per ringraziare il Signore per i 60 anni di matrimonio. La Santa Messa è stata presieduta dal parroco don Guido Coccia.

In questi giorni sono state numerosissime le persone che hanno fatto alla coppia gli auguri per questo ragguardevole traguardo: ovviamente i quattro figli, le nuore, i nipoti, i parenti, gli amici e anche il Vescovo Emerito Gervasio Gestori che è legato al nostro Direttore Editoriale da una lunga amicizia, visto che, prima ancora di diventare Vescovo di San Benedetto, ha celebrato il matrimonio di uno dei suoi figli. 

Il Vescovo Gervasio così si è rivolto ai coniugi Pompei in una lettera che ha fatto giungere loro per l’occasione: «La fede cristiana è stata la grande risorsa durante il lungo cammino di questi anni e vi ha aiutato a superare le varie difficoltà con la serena e certa fiducia nella presenza del Signore. A voi, carissimi e a tutti i vostri familiari, mi unisco nel ringraziamento a Dio, datore di ogni bene, con la mia preghiera e con il mio augurio più cordiale, perché possiate ancora testimoniare per tanto tempo la bellezza dell’amore cristiano. Sento vivo il dovere di un sincero ringraziamento al caro professor Pietro per il generoso ed attento servizio offerto alla diocesi e alla mia persona del ministero durante gli anni trascorsi».

Circondati da così tanto affetto, Pietro ed Eola hanno voluto così ringraziare tutte le persone che si sono strette a loro in questa lieta circostanza: «I tantissimi auguri che ci sono giunti per il nostro 60.mo Anniversario di Matrimonio ci impediscono di rispondere singolarmente, così abbiamo pensato di costruire un grande grazie che abbiamo portato con noi al Signore, sabato scorso,  nella celebrazione della Santa Messa di Ringraziamento. Speriamo di averVi trovati tutti e tutti abbiamo raccomandato al Signore perché plachi questa “tempesta” del Corona-virus che continua a mettere in difficoltà la nostra esistenza. Ci piace aggiungere ai tanti pensieri che ci hanno suggerito quest’evento un altro giuntoci: “E quando saremo vecchi e mi dirai: come siamo arrivati insieme fino a qui? Io ti risponderò: perché invece di urlare, parliamo. Invece di scappare, cerchiamo soluzioni. Perché tutto e niente era di noi due, perché piangiamo e ridiamo insieme. Perché un giorno ci siamo promessi di esserci sempre nel bene e nel male e soprattutto perché l’amore con il tempo è aumentato sotto forma di un affetto che non muore mai…”.

Proprio così, ci fa piacere di sapere di non essere i soli, non è difficile;  suggeriamo di provarci, Dio permettendo! È con questo augurio che rinnoviamo il nostro affettuoso grazie!».