DIOCESI – Il Vescovo Carlo Bresciani, diversi sacerdoti e diaconi della nostra diocesi, insieme a parenti e amici hanno dato l’ultimo saluto al diacono Galliano Ceccarelli, Pro-Rettore dell’Abbazia di Santa Maria in Montesanto e Vice Cancelliere della nostra diocesi, che lo scorso 21 dicembre è tornato alla casa del Padre. Il rito funebre si è svolto nel primo pomeriggio di mercoledì 23 dicembre presso l’Abbazia di Santa Maria in Montesanto di cui il diacono Galliano era appunto Pro-Rettore.

Nella sua omelia il Vescovo Carlo ha esordito con dei ricordi personali: «Il Signore Gesù nel Vangelo dice: “Siate pronti con le vesti strette e le lampade accese”. Posso dire che Galliano era pronto. Più volte, venendo nel mio studio, ha parlato della sua malattia e insieme abbiamo parlato della morte. Era pronto perché la malattia che da parecchi anni lo accompagnava lo faceva soffrire, ma lui l’ha affrontata con tanta fede. Era per me molto edificante sentirlo parlare, perché ogni sua parola era intrisa di amore di Dio e di amore intenso per la Chiesa. Era talmente pronto che, quando era in ospedale, ha voluto chiamarmi al telefono. Faceva molta fatica a parlare, ma ha voluto chiamarmi per salutarmi. Un uomo di grande fede e fiducia e quindi certamente pronto ad andare incontro al suo Signore. Come diceva la Prima Lettura, Galliano va incontro al Signore credendo che egli sia vivo e certo di poterlo incontrare dopo la morte. Quest’oggi, dandogli l’ultimo saluto, siamo convinti che questa fede sia stata per lui la strada più sicura perché si spalancassero le porte della vita eterna». 

Il Vescovo ha poi ricordato il servizio ecclesiale del diacono: «Galliano, diventando diacono, si è consacrato al servizio della Chiesa e il suo servizio è stato prezioso e diligente, proprio per il grande amore che aveva per la Chiesa. Era molto attento a far sì che della Chiesa si potesse dire bene e a far sì che il suo impegno in curia, che portava avanti con tanta sollecitudine, potesse essere un vero servizio alla Chiesa. Ed è questo che deve essere l’uomo di fede, perché l’amore di Dio deve tradursi sempre nel costruire il nostro essere insieme in cammino verso il Signore, perché il nostro è un cammino verso l’eternità. Per un motivo o per l’altro tutti siamo orientati all’eternità. Ma questo cammino lo facciamo tanto meglio quanto più lo facciamo insieme agli altri, quanto più impariamo a camminare insieme nella fede». 

Mons. Bresciani ha ricordato poi l’impegno di Galliano per l’Abbazia di Santa Maria in Montesanto: «Posso dire che Galliano questo lo aveva compreso e lo viveva con grande amore anche nei confronti di questa abbazia per la quale non risparmiava le sue fatiche: ci teneva molto e ha lavorato perché fosse ristrutturata e rimessa in sesto e tornasse al suo antico splendore, come ora la possiamo vedere. Ma non è che ci teneva per le mura in sé – anche se certamente si è preso cura anche di queste – ma perché diceva che la gente doveva trovarsi bene e sentire che c’è una cura per loro quando frequentano questo luogo. Galliano viveva di amore per Dio e per la Chiesa e di questo deve essere fatto ogni cristiano perché è questo che ci rende pronti all’incontro con Dio quando questo avverrà».

Il vescovo Carlo non ha mancato di sottolineare il grande senso di ecclesialità di Galliano: «Noi sappiamo che l’orizzonte della nostra vita è quello che il Signore ci ha promesso. Noi affidiamo Galliano alle mani della misericordia di Dio perché alla fine noi possiamo fare tante cose, più o meno buone – speriamo più buone che meno buone – ma alla fine ci troveremo davanti a Dio e dobbiamo essere consapevoli che questo è l’orizzonte della nostra vita. Se tenessimo presente questo, sicuramente impareremmo a vivere meglio insieme qui. Avendo avuto modo di parlare molte volte con Galliano, posso dire che lui teneva particolarmente a questo: soffriva quando vedeva che non si era capaci di camminare insieme. Non faceva nient’altro che vivere ciò a cui il cristiano è chiamato, in qualsiasi situazione». 

Infine Mons. Bresciani ha affidato il caro Galliano alla misericordia di Dio: «Aveva anche lui le sue fatiche, come le abbiamo tutti, e a volte si arrabbiava, come capita a tutti noi, e per fortuna si arrabbiava! Ma aveva uno scopo che dobbiamo avere tutti noi: beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà svegli, svegli nella fede, perché saranno accolti da Dio! Noi chiediamo che il Signore accolga il nostro Galliano, riconosca, come solo il Signore sa fare, ciò che ha donato alla sua famiglia e alla Chiesa e abbia misericordia per quei limiti umani che ciascuno di noi porta con sé».

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