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Don Vincenzo “Vieni Signore, anche se noi spesso ti snobbiamo e se viviamo da padreterni”

incDi Don Vincenzo Catani

CASTIGNANO – Domenica mattina a messa il coro ha iniziato con un canto tipico dell’Avvento, nel cui testo era ripetuta la parola “maranathà”. E mentre cantavo, lo sguardo è caduto su un anziano che aveva un’aria perplessa e interrogativa, come per dire: ma che vuol dire “marannallà”? Ad un certo punto i nostri occhi si sono incrociati e abbiamo sorriso. E allora ho modellato la mia omelia proprio su questa parola. Alla fine della messa l’anziano è venuto in sacrestia e m’ha detto semplicemente “grazie” e mi ha offerto una caramella per la gola.
Che splendida ricchezza contiene questa parola! È talmente importante che la Bibbia l’ha messa al termine di tutti i libri e alla fine dell’ultimo libro, l’Apocalisse, come per mettere il punto sulla Parola di Dio.
Maranathà” è una parola aramaica (la lingua parlata da Gesù) che si può benissimo tradurre: “Vieni, Signore Gesù!”.
Quindi è una invocazione dei primi cristiani per indicare l’attesa che ognuno di noi deve avere del Cristo Signore, adesso, ogni giorno della nostra vita terrena, per poi accoglierlo definitivamente nel suo ritorno finale.
Questa parola, quindi, ci fa continuamente vivere in tensione verso Cristo e desiderare la sua presenza nella nostra vita.
E quanto bisogno abbiamo tutti che egli venga a darci una mano!
Abbiamo bisogno di più luce dentro di noi, e tu ci illumini con la saggezza del tuo vangelo.
Abbiamo bisogno di più amore per i nostri cuori secchi e aridi.
Abbiamo bisogno di più speranza nel grigiore dei nostri giorni così poco gratificanti.
Abbiamo bisogno di più forza in questo stranissimo momento di sofferenza generale che stordisce tutti.
E allora vieni Signore Gesù, maranathà. Vieni comunque, anche se noi spesso ti snobbiamo e se viviamo da padreterni. Tu sai benissimo che in realtà siamo come bambini impauriti che cercano aiuto. E anche se, come bambini capricciosi, non vogliamo giocare con te e ti chiudiamo la porta in faccia, ti prego di sfondarla e di farci cadere dal cavallo delle nostre presunzioni, come hai fatto con Paolo e con altri.
Aiutaci a sentirci poveri, se tu non ci sei.
Solo allora, solo con questo atteggiamento tipico dell’Avvento, sì, solo allora verrà sul serio Natale!