ACQUAVIVA PICENA – Il vescovo emerito della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto delle Marche, Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori, dopo aver terminato la quarantena in casa perché positivo al tampone del Covid-19, ha ora effettuato il secondo tampone, che ha dato esito negativo. Monsignor Gestori, salutando tutti i fedeli e ringraziandoli per le preghiere, nella sua riflessione ha raccontato i giorni appena trascorsi, messi alla prova dal Covid:

“Il tampone per il Coronavirus ha dato oggi risposta negativa per me e per Sr. Genit. Ho appena saputo che anche Sr. Rosyi avrebbe incominciato a respirare un poco senza l’aiuto delle macchine. Ringrazio già fin d’ora l’équipe della terapia intensiva del nostro ospedale per questa assistenza amorevole e professionale. Del risultato del tampone sono naturalmente molto contento.
Se adesso appena ripenso un momento alle molte giornate trascorse, devo sinceramente confessare che l’esperienza della quarantena vissuta per tre settimane chiuso in casa non mi è stata particolarmente pesante. Anche se incominciavo ad essere stanco. Anzi devo ammettere che questa “prigionia” è trascorsa abbastanza velocemente. Ho potuto pregare di più, leggere e scrivere, e stare nel silenzio con me stesso.
Certo mi mancavano i contatti di presenza con le persone e anche le celebrazioni nella mia Cappellina erano intime e belle, ma prive del Popolo di Dio, abituato come ero a vivere l’Eucarestia con la partecipazione di molti fedeli.
Penserei che il silenzio, oggi merce piuttosto rara, non va messo a tacere: è troppo prezioso.
Arricchisce la vita della mente e del cuore, quando non è un silenzio vuoto. Permette distare in relazione con sé stessi senza avere paura e riprendere esperienze ed incontri del passato, rivedendo volti noti e cari. Soprattutto il silenzio permette di stare con il Signore e questo è un dono grande, anche se talvolta può essere difficile da accogliere.
Le lunghe settimane della quarantena mi hanno permesso di comprendere un poco le molte persone che stanno soffrendo a causa della pandemia, nelle case, nelle terapie intensive o nella solitudine, dimenticate o trascurate. È questa una prova dura della vita di tanti. Comprendo, incoraggio e prego.
Il Signore non mi ha fatto mancare la consolazione di sentire vicino tante persone, che si ricordavano e che soprattutto mi accompagnavano con la preghiera. Grazie. Grazie di cuore.
Adesso posso dire tranquillamente che sono grato al Signore del dono della serenità interiore e di queste giornate vissute in maniera diversa: mi sono state tanto preziose. E ringrazio chi mi ha assistito e curato e chi, so che sono molti, ha pregato per me. Grazie ancora.
Di cuore tutti benedico”.

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