Pubblichiamo la nota giunta in redazione da parte del “Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di fronte alla decisione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di eliminare l’obbligo di ricetta, in contrasto con decisione motivate assunte in precedenza, per l’acquisto della pillola per la contraccezione d’emergenza EllaOne da parte di minorenni, il Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto non può che essere d’accordo con le dichiarazioni del Movimento per la vita e del Forum delle Associazioni familiari.

Come sottolineato dalla presidente nazionale del Movimento per la vita: “La dicitura contraccezione di emergenza è un inganno. Un conto è impedire che il concepimento avvenga, un conto è intervenire per distruggere il concepimento”. Di fatto, EllaOne non è una pillola abortiva, ma un cosiddetto metodo contraccettivo di emergenza che agisce cercando di bloccare per qualche giorno la liberazione dell’ormone che determina l’ovulazione in modo che questa non avvenga e quindi non si verifichi la fecondazione e l’inizio della gravidanza (prima dell’ovulazione con l’obiettivo di impedire la fecondazione; diversamente, la pillola abortiva agisce quando la gravidanza è già in corso). Secondo alcuni autori la pillola agirebbe anche alterando la mucosa interna dell’utero, chiamata endometrio, in maniera tale da interferire con l’annidamento dell’ovulo fecondato. Non sempre si riesce a bloccare l’ovulazione e si verifica la fecondazione, inizia una gravidanza che viene interrotta a causa di una alterazione dell’endometrio. Questo processo, in questa situazione, si chiama aborto.

Dunque, non si tratta solo di essere contro o pro aborto, ma bisogna riflettere e domandarsi se sia giusto lasciare una donna e in questo caso una minorenne sola, senza un conforto familiare (medico, genitori ed educatori vengono esclusi) e senza nemmeno un consulto, nessun colloquio con un medico che  illustri i meccanismi e i possibili effetti collaterali del farmaco in modo che l’adolescente possa essere edotta sul prodotto che assume (consenso informato a tutela della sua salute). L’informazione in questo caso non può essere lasciata alla semplice lettura di un anonimo foglietto illustrativo consegnato dal farmacista.

In questo particolare momento dovuto al Covid-19 abbiamo riscoperto quanto siano importanti le relazioni. In una situazione di emergenza e paura sono ancora più importanti. In età adolescenziale si può esagerare nell’assumere ripetutamente farmaci che possono essere dannosi. Se non serve ricetta all’acquisto chi impedisce di usare frequentemente il farmaco? La paura fa da padrona!

Ci sentiamo di sottolineare quanto oggi più che mai serva educazione e informazione rivolte alle giovani generazioni, aspetti che non possono essere ridotti alla ricerca su internet o passaparola. Serve una guida per orientare i giovani a vivere in totalità la propria sessualità e affettività, pur riconoscendone la loro libertà.

Allora facciamo nostra la domanda del presidente del Forum delle Associazioni Familiari: “Siamo ancora in grado di educare?”. E aggiungiamo: la risposta alle gravidanze indesiderate è quella del mondo farmaceutico che propone la pillola dei cinque giorni dopo, facendo enormi guadagni, o il lavoro dei consultori, a cui vengono date limitate risorse, con la formazione dei giovani all’affettività e alla sessualità?

Prima di ricorrere a soluzioni emergenziali, il Ministero della Salute aiuti a promuovere altre azioni: aiutiamo i giovani nel percorso di scoperta dell’affettività e della sessualità sana attraverso la scuola e le famiglie, aiutiamo le donne a raggiungere i consultori quando sono sole nelle loro scelte. Insomma, facciamo sapere che esistono luoghi e persone a cui rivolgersi in caso di dubbi, problemi e domande prima ancora di azioni emergenziali. Aiutiamo la famiglia nel suo compito educativo e non la estromettiamo in nome di una falsa autodeterminazione.

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