GROTTAMMARE – Dopo il periodo di lockdown tanti ragazzi hanno sentito il bisogno di tornare a stare insieme. Sono molte le iniziative, anche a livello ecclesiale, che hanno risposto a questo desiderio. Fra le tante vi raccontiamo oggi quella che ha avuto luogo presso la parrocchia Madonna della Speranza, dove l’Azione Cattolica Parrocchiale si è presa cura di diversi giovani.

Ci racconta questa bella esperienza la catechista Maria Grazia Spinelli: «L’iniziativa dell’ACR Estate è nata dal desiderio di incontrare i ragazzi durante il periodo delle vacanze, nonostante tutte le difficoltà dovute alle norme anticovid che impongono tanto il distanziamento e quanto delle disposizioni molto precise per prevenire il rischio di contagio. Pertanto ai primi di giugno abbiamo attivato la richiesta al Comune di Grottammare che ha approvato il progetto, trasmesso poi anche all’Asur. Hanno aderito 15 ragazzi di età compresa fra i dodici e i quattordici anni che si sono visti in parrocchia ogni settimana il lunedì e mercoledì dalle 16.00 alle 19.00».

Le attività proposte non sono state estemporanee, ma si sono riallacciate al programma che l’Azione Cattolica si è dato quest’anno come ci spiega l’educatrice: «Appoggiandoci al testo nazionale che l’Azione Cattolica propone per il campo estivo dal titolo “Con te di città in città” il quale, seguendo il tema di tutto l’anno (che riguarda proprio la città), abbiamo ogni giorno proposto ai ragazzi delle riflessioni partendo dalle città menzionate nei Vangeli come ad esempio Betlemme, Nazareth, Cana, Cafarnao Gerusalemme ed Emmaus. Durante ogni incontro ci sono stati un momento di preghiera, la condivisione di alcune riflessioni, le attività laboratoriali, la merenda e i giochi e per concludere il racconto di un immaginario pellegrino in Terra Santa che ha provocato delle riflessioni nei ragazzi e ha consegnato loro ogni giorno un verbo sul quale riflettere a casa».

Le attività hanno mostrato una particolare attenzione al territorio e ha portato anche i ragazzi a fare un’uscita notturna: «Oltre a questi due appuntamenti settimanali, in qualche sabato mattina abbiamo proposto dei percorsi per scoprire attraverso delle passeggiate le tante meraviglie della nostra Città e dei suoi dintorni, spesso sconosciuti proprio a noi che abitiamo anche da tanti anni a Grottammare. All’interno di questo percorso c’è stata anche la riscoperta delle caratteristiche del territorio e fra queste la ricchezza proveniente dal fatto che abitiamo in un luogo che si affaccia sul mare. Abbiamo pensato dunque di far conoscere ai ragazzi la realtà del porto con tutto quello che vi si svolge, facendo toccare con mano il lavoro dei pescatori. Questo è avvenuto ovviamente di notte».

Con entusiasmo Maria Grazia racconta: «Siamo partiti da Grottammare e precisamente dalla gelateria Camelli, dove abbiamo mangiato insieme un gelato. Poi ci siamo messi in cammino verso San Benedetto attraversando tutto il lungomare e giungendo al porto intorno all’una di notte. Qui i ragazzi hanno visto arrivare le prime barche che rientravano in porto e hanno visto il momento in cui si scarica il pescato. Dopo questo primo momento ci siamo seduti sugli scogli del molo nord e abbiamo riflettuto su alcuni passi della Laudato si’ di Papa Francesco e in particolare su quanto sia importate avere cura di quella che il Santo Padre ha definito “la nostra casa comune” che Dio ci ha affidato. Purtroppo a causa di un imprevisto tecnico, un guasto elettrico, non abbiamo potuto assistere all’asta del pesce che era prevista per le ore 3.00. Ci siamo dunque rimessi in marcia verso Grottammare e, arrivati alle 4.45 in quelli che i ragazzi chiamano “giardinetti”, ci siamo messi ad aspettare l’alba. Non si è trattato solo di ammirare il già stupendo spettacolo che la natura offre a quest’ora, ma anche di riflettere sul significato dell’attesa, un tema particolarmente importante oggi, visto che tutto sembra scorrere così velocemente».

Da questa esperienza la catechista trae queste conclusioni: «Oggi i ragazzi hanno molto bisogno di stare insieme e di fare esperienze come questa. A volte è difficile cogliere la loro attenzione o non si percepisce sempre in tutti lo stupore che provano davanti alle attività che proponiamo, però poi, anche dai loro racconti, abbiamo dei riscontri positivi di quelle che vengono percepite non solo come belle esperienze che si imprimono nella mente, ma anche come momenti formativi che aiutano a crescere».

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