Il disegno di legge sulla bioetica votato in Assemblea nazionale nel cuore della notte, tra venerdì 31 luglio e sabato 1° agosto, istituisce “una nuova modalità di filiazione cancellando completamente il padre dal concepimento. Durante i dibattiti parlamentari, è stato sostenuto che questo disegno di legge riguardava l’amore in famiglia. Ma i parlamentari non devono interferire in questo spazio intimo e legiferare sull’amore! La loro missione è quella di stabilire la legge basata sul rispetto della dignità umana e dei valori etici che ne derivano, inclusa la protezione dei più deboli”. Comincia con queste parole la nota, durissima, scritta dall’arcivescovo di Rennes, mons. Pierre d’Ornellas, responsabile del gruppo di lavoro di bioetica della Conferenza episcopale francese, all’indomani dell’approvazione in seconda lettura del ddl sulla bioetica. Dopo un’intensa settimana di discussioni, alle 3.34 del mattino, l’applauso della maggioranza ha echeggiato in una camera vuota di tre quarti: il ddl passa con 60 voti a favore, 37 voti contrari e 4 astensioni. Il testo conferma le misure adottate dal governo. Viene approvata l’estensione della procreazione medicalmente assistita (Pma) – fino a quel momento riservata alle coppie eterosessuali che soffrono di infertilità – alle coppie femminili e alle donne single. La misura ha occupato i primi tre giorni di dibattito e prevede che anche la Pma sia rimborsata dalla previdenza sociale, contrariamente a quanto votato dal Senato in prima lettura. I deputati hanno anche confermato la possibilità per le donne di conservare i loro ovociti al di fuori delle necessità mediche e hanno sancito la facilitazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Il primo ministro, Jean Castex, ha esortato i deputati a preservare “l’equilibrio risultante dal voto in prima lettura”. Ed è su questo punto che si incentra la nota dei vescovi francesi: “Possiamo parlare di ‘equilibrio’ quando questo progetto di legge proibisce di fatto ai bambini di avere un padre?”, chiede l’arcivescovo d’Ornellas. “Possiamo parlare di ‘equilibrio’ quando questo progetto stabilisce l’egualitarismo tra tutte le donne per quanto riguarda la fecondazione assistita quando non si trovano in una situazione uguale per quanto riguarda la procreazione?”. I vescovi denunciano anche il rischio, insito nel testo di legge, di eludere il principio di gratuità nell’accesso ai gameti umani. Principio “secondo il quale tutti gli elementi e i prodotti del corpo umano sono per natura gratuiti a causa della dignità dell’essere umano da cui derivano”. E ancora: “Possiamo parlare di ‘equilibrio’ quando – chiede mons. d’Ornellas – il potere del più forte – quello degli adulti – impone desideri ai più deboli, i bambini che sono comunque soggetti di diritto?”. La strada per l’approvazione definitiva del testo è ancora lunga. Il dibattito ora proseguirà in Senato e i vescovi francesi chiedono che il voto dei legislatori non sia guidato da “una certa miopia”. “Il nostro pianeta maltrattato chiede urgentemente un cambio di rotta ecologico. L’uso eccessivo di tecniche sugli esseri umani non ci costringerà a fare una svolta, quella dell’ecologia umana? Tutto è collegato”, scrive il vescovo, “con il rispetto per gli esseri viventi, sia che appartengano alla natura o che siano esseri umani. Non perdete il punto della storia!”.

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