SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le parrocchie con i loro oratori costituiscono ancora un importante punto di aggregazione e di riferimento per molti giovani ai quali vengono proposte tante attività divertenti e allo stesso tempo formative. Non si può poi trascurare l’azione di sostegno che gli oratori offrono in favore di numerose famiglie. Ha suscitato dunque molto interesse la scelta di don Gianluca Rosati, parroco di Cristo Re, che ha deciso di chiudere i cancelli del proprio oratorio a seguito di ripetuti gesti di maleducazione e inciviltà. Ne ha dato notizia lo stesso sacerdote lunedì 27 luglio sulla pagina facebook della parrocchia, sulla quale fra l’altro ha postato la foto del cartello che ha affisso all’ingresso dell’oratorio nel quale si può leggere: «Oggi l’oratorio rimane chiuso e resterà chiuso fino alla fine dell’epidemia di inciviltà che ha colpito anche i più “piccoli”. Chiedo ai “grandi” di prendersi a cuore l’educazione dei “piccoli” al ben pensare, al ben parlare e al ben fare».

Don Gianluca è stato costretto a prendere questi provvedimenti a seguito di situazioni non più sostenibili come egli stesso ha scritto: «Mi dispiace, ma non posso più tollerare bestemmie, parolacce, volgarità, atti di bullismo e gesti altamente incivili che alcuni (pochi) vengono a commettere in oratorio perché qua dietro nessuno li vede». A nulla sono valsi i tentativi di richiamare i diretti interessati a un comportamento consono e rispettoso di tutti gli altri ragazzi che frequentano l’oratorio, un’azione che don Gianluca non ha svolto da solo: «Vi assicuro che ho avuto anche troppa pazienza, richiamando personalmente i diretti interessati e trascorrendo molto tempo sul campo per vigilare e intervenire prontamente in caso di necessità. Con me anche i catechisti e gli educatori e altri collaboratori della parrocchia e molti genitori e nonni sono intervenuti a richiamare e a correggere, ma occorrerebbe stare lì a vigilare 24 ore su 24 e non è fisicamente possibile». Non si tratta comunque di una chiusura totale e definitiva, infatti il sacerdote si è dichiarato disponibile ad accogliere tutti coloro che vogliono frequentare gli spazi dell’oratorio rispettandone le regole.

La presa di posizione di don Gianluca è largamente condivisa dai parrocchiani e da quanti su facebook hanno voluto esprimere la loro opinione. Infatti in poche ore il post ha raccolto oltre trecento “like” e sono molti i post di utenti che manifestano di essere in piena sintonia col parroco. Un’utente, ad esempio, scrive: «Può sembrare una scelta impopolare, ma è davvero necessario a volte inviare segnali grandi per la collettività che cresce intorno alla parrocchia». Un altro utente afferma si trovarsi assolutamente d’accordo con il don: «Approvo pienamente, abito vicino e le bestemmie si sentono a distanza fini a casa mia. Intollerabile davvero». Molti sono gli utenti che invocano una maggiore presenza delle famiglie nell’educazione dei figli. E sembra davvero questo il problema centrale: il ruolo insostituibile della famiglia nella crescita e nell’educazione dei propri figli. Le “agenzie educative” come la scuola o la parrocchia possono svolgere un ruolo di sostegno e di aiuto alle famiglie, ma non si possono sostituire ad esse.

Don Gianluca è tornato a parlare della vicenda sulla sua pagina facebook, ringraziando tutte le persone che gli hanno dimostrato solidarietà e che lo hanno incoraggiato ad andare avanti e con estremo realismo ha affermato: « A chi vuole farsi un’idea della situazione attuale, suggerirei di ascoltare la musica che ascoltano dalla mattina alla sera questi ragazzini, la loro “colonna sonora”, lo sfondo su cui si compiono la loro vita e le loro gesta. Una buona volta si uscirebbe dal mondo fatato del “sono ragazzi”, “bisogna capirli”, “bisogna avere pazienza” e ci si accorgerebbe che forse è già troppo tardi perché hanno linguaggio, pensiero e cuore già inquinati da parole cattive, violenze, rapine, spaccio, prepotenze e cattiverie». Sono parole tutt’altro che esagerate e basta raccogliere l’invito per rendersi conto di come il genere “trap”, che oggi fa presa su tanti adolescenti e preadolescenti, altro non è che un invito all’uso di sostanze stupefacenti, a guadagni facili e ad altre aberrazioni.

La speranza è che il gesto di don Gianluca scuota gli animi e che sia l’inizio di un nuovo percorso dove chi ha sbagliato possa tornare sui suoi passi.

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