“Oggi l’esame del testo unico Zan in Commissione Giustizia deve fermarsi per capire quali articoli – e relativi emendamenti – saranno sottoposti al voto e quali no, visto che un quarto della proposta è già sulla Gazzetta ufficiale, con vigore di legge! Lo esige, al di là della materia, la dignità del Parlamento”. È quanto si legge in una nota del Centro studi Livatino mentre oggi la Commissione Giustizia della Camera dei deputati avvia l’esame del testo unificato Zan in tema di contrasto alla omotransfobia: “Un articolato controverso – osserva il Centro studi -, che provoca preoccupazioni e dissensi”. Soffermandosi in particolare sugli articoli 7 e 9, la nota sottolinea: “La Commissione Giustizia è chiamata a discutere norme già introdotte nell’ordinamento in sede di conversione del cosiddetto Decreto Rilancio”. Perplessità, inoltre, per l’introduzione da parte della legge di conversione, fra gli altri, dell’art. 105 quater, “Misure per il sostegno delle vittime di discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, che “prevede l’incremento di 4 milioni di euro per l’anno 2020 del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”. In un provvedimento adottato per far fronte alla situazione “straordinaria di necessità e urgenza” (art. 77 Cost.) generata dall’emergenza Covid-19, “quali sono la necessità e l’urgenza, in un momento di così grave crisi, di simili erogazioni di pubblico denaro?”, si chiede il Centro studi parlando di “uso gravemente manipolatorio della legge di conversione di un provvedimento di quasi 300 articoli, nascondendo nelle pieghe di commi, norme che attendono un vaglio approfondito e meditato, in modo che nessuno se ne accorga”. Di qui la richiesta che l’esame del testo unico in Commissione Giustizia si fermi.

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