Foto di repertorio

2MARCHE – “Con grande gioia e sincera gratitudine per l’opportunità che ci è data, annunciamo che il 3 – 4 ottobre prossimi le Marche avranno l’onore di offrire, con un gesto che secondo la tradizione spetta ogni anno ad una regione italiana, l’olio per alimentare la lampada che arde perennemente ad Assisi dinanzi alla tomba del Patrono d’Italia”.

Con queste parole i Vescovi delle diocesi delle Marche annunciano il gesto di devozione che, secondo un calendario che va avanti da oltre 80 anni, coinvolge tutte le regioni d’Italia, chiamate in questo modo ad esprimere il desiderio e la volontà di ispirarsi alla testimonianza lasciata a tutti noi dal Poverello.
In questi giorni in ogni Diocesi è stato recapitato il materiale grafico (brochures con il testo del messaggio dei Vescovi e i manifesti) perché sia diffuso nelle comunità.

I Vescovi marchigiani scrivono: “L’evento racchiude molteplici significati religiosi, sociali, storici e culturali, tanto da calamitare l’interesse convergente di diversi Enti, quali la Conferenza Episcopale Marchigiana, la Regione Marche e l’ANCI Marche. Le Marche sono particolarmente intrise della vicenda e dello spirito del Santo d’Assisi.

Innumerevoli documenti e fonti storiche attestano il suo passaggio nella “marca di Ancona”, dalla prima presenza intorno al 1208 ai continui viaggi in tutta la regione fino al 1219, anno in cui Francesco, nel pieno della quinta crociata, compì il viaggio in Oriente narrato da tutti i biografi.

Alla sua testimonianza di fede, prorompente e nuova, come a quella dei frati che lo seguirono, si deve la forte crescita della comunità francescana in terra marchigiana, a cui va associato un grande fermento culturale, tradottosi in opere d’arte (affreschi, crocifissi, sculture, chiese) che hanno contribuito nei secoli ad arricchire il patrimonio storico-artistico della nostra regione. Il francescanesimo ha segnato profondamente questa terra ed è proprio in questa terra che, nella prima metà del 1300, furono scritti i Fioretti di san Francesco.

Ma il “poverello” di Assisi non va venerato solo come un’altissima figura del passato, ma come modello di riferimento a cui guardare anche oggi.

La sua è una presenza viva che può offrirci – in un tempo e in un territorio come il nostro, ferito materialmente e spiritualmente prima dal terremoto e poi dalla pandemia del corona virus – quella protezione e quell’aiuto di cui abbiamo tanto bisogno.
Ne abbiamo bisogno per ricostruire nelle persone la speranza, con uno sguardo lieto e carico di senso non solo sulla vita, ma anche sulle “infirmitate et tribulazioni” e persino sulla “sora nostra morte corporale”.

Ne abbiamo bisogno per riscoprire e trasmettere il gusto di una vita semplice ed essenziale, libera dagli idoli del benessere e del potere.
Ne abbiamo bisogno per ritrovare la bellezza di una esistenza vissuta in fraternità, accoglienza, condivisione e perdono.
Ne abbiamo bisogno per imparare a rispettare e ad amare la Natura “cum tucte le sue creature”.
Ne abbiamo bisogno per realizzare quel dialogo interreligioso e interculturale di cui San Francesco può considerarsi un precursore.

I mesi dunque che ci separano da ottobre, possono essere per le Marche e per le Chiese che sono nelle Marche un’opportunità di incontro con il Santo, un’occasione di preghiera, di riflessione e di approfondimento di uno stile di vita autenticamente evangelico.

Auguriamo a tutti che l’impegno di offrire l’olio buono delle nostre colline per alimentare la lampada votiva, abbia il valore simbolico di trovare il coraggio necessario per diffondere la luce della fede.
Invitiamo tutti a saper valorizzare un tempo quanto mai opportuno per crescere nella fede e a partecipare ai vari eventi che caratterizzeranno le giornate del 3 e 4 ottobre 2020 ad Assisi.
A tutto il popolo delle Marche rivolgiamo il beneaugurante saluto francescano: “Il Signore vi dia pace!”

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