“La storia non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro”.

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Trieste in occasione della firma del Protocollo d’intesa riguardante la restituzione del Narodni Dom alla minoranza linguistica slovena in Italia.

(Foto: Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

In precedenza con il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, erano stati alla foiba di Basovizza dove – nel luogo in cui i partigiani jugoslavi scaraventarono nel 1945 duemila italiani – si sono tenuti per mano dopo aver deposto una corona di fiori.
“Al di qua e al di là della frontiera – il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea – sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace”, ha proseguito il Capo dello Stato, per il quale, “oggi, qui a Trieste – con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor – segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa”.

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