Vatican News –  Luca Collodi

Presentata qualche giorno fa l’edizione 2020 del Meeting che si terrà al Palacongressi di Rimini dal 18 al 23 agosto, dal titolo: “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. La manifestazione, ha sottolineato il presidente della Fondazione Meeting, Bernhard Scholz, potrà essere una grande occasione, dopo la pandemia, per affrontare con speranza alcuni temi, tra cui la ripresa di un’economia più sostenibile e giusta, una convivenza sociale dignitosa, una politica nazionale ed europea al servizio dell’uomo”.

Il Meeting sarà uno dei primi momenti di riflessione sull’Italia e l’Europa del post-Covid, con lo sguardo rivolto al futuro. Si terrà  in modalità “blended”, trasmesso cioè sulle piattaforme digitali, mentre alcuni eventi si terranno con presenza di pubblico. Tra i relatori, il premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, intellettuali e opinion leaders come Sabino Cassese, Umberto Galimberti, Enrico Letta, Ermete Realacci, Luca Ricolfi, Luciano Violante, Joseph Weiler,  che terrà la relazione sul tema del Meeting 2020, il presidente della CEI monsignor Gualtiero Bassetti, il presidente della Fraternità di CL don Julián Carrón, gli scrittori Paolo Giordano e David Quammen. Tra i rappresentanti delle istituzioni invitati, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni, i ministri Paola De Micheli, Roberto Gualtieri e Roberto Speranza. E ancora i presidenti di diverse regioni e parlamentari di tutti gli schieramenti. Tutte le sere in cartellone spettacoli, da Dostoevskij a Fellini, con varie produzioni originali, e le mostre, molto amate dal pubblico del Meeting, che avranno tutte anche una versione digitale consultabile dal sito.

Tra i temi che saranno affrontati, la salute, il rapporto tra cultura sussidiaria e lo sviluppo sostenibile, l’Europa, la scienza con un focus su cosa significhi “essere viventi”, le sfide del post-Covid, il lavoro, il futuro della democrazia, l’innovazione, la cooperazione internazionale, l’educazione, l’arte, la letteratura, “con ampio spazio – spiega il direttore del Meeting di Rimini, Emmanuele Forlani a Radio Vaticana Italia – anche a testimonianze dal mondo”.

“La 41.ma edizione del Meeting sarà un’edizione speciale, con tutti i tratti caratteristici degli altri Meeting. Saremo all’interno del Palacongressi di Rimini, quindi sempre in un contesto fieristico, in una forma ‘blended’, come dicono gli esperti, cioè in parte in presenza e in parte in diretta streaming, valorizzando al massimo la tecnologica, sia per l’Italia sia per l’estero e in più lingue” .

Sarà un Meeting speciale perchè è il primo appuntamento culturale dopo la pandemia…

R. – “Ci auguriamo che possa far ripartire gli appuntamenti culturali ed è anche la ragione principale per la quale abbiamo deciso di affrontare la sfida,  tutt’altro che semplice, di realizzare l’edizione 2020. Per noi la parte, se vogliamo, più interessante è proprio quella di portare il nostro piccolo grande  contributo sul fatto che sia possibile ripartire, che sia possibile parlare di speranza, di fiducia, di cura, di ricostruzione in maniera fondata e non  semplicemente come uno slogan, per un ottimismo tante volte infondato o debole”.

In  una situazione sociale economica e sanitaria in crisi, come si può avere speranza ?

R. – E’ difficile ma è possibile. Il titolo del Meeting quest’anno ‘Privi  di  meraviglia  restiamo  sordi  al  sublime’ ci dice che il punto di partenza, e  quindi anche il fondamento della speranza, è qualcosa di affascinante che si intercetta, si incontra nella nostra vita. In questi mesi lo è stato la presenza  imponente di Papa Francesco e per noi, come  dire, in questa sequela, pensiamo che parlare di fiducia e di speranza è possibile solo intercettando,  riconoscendo qualcosa di positivo, di affascinante, di meraviglioso per la vita, in Italia e in Europa. Con il titolo di quest’anno vogliamo dire che c’è  una visione concreta per la ripartenza, perché quello che vediamo è che ci sono tantissime ipotesi di soluzione, tantissime ipotesi di interventi, ma poche  strade realmente intercettate. E’ urgente la possibilità di mettere a tema più che l’oggetto della ricostruzione, il decreto o la normativa, la costruzione  del soggetto. Perché la ricostruzione parte da un soggetto.

E’ in crisi la fiducia della società civile?

R. – Forse manca la fiducia da parte dei cittadini, però abbiamo potuto vedere tanti esempi di persone che hanno saputo costruire in questi mesi, che si sono rimboccate le maniche e hanno costruito dentro la difficoltà. Penso ad alcune categorie come i medici, gli educatori, gli imprenditori che non si sono arresi di fronte alla situazione. Quindi quella che normalmente è una fiducia, talvolta critica, può essere una fiducia innanzitutto verso chi ha una visione e si muove per realizzarla”.

Come cercherete di evitare gli  assembramenti?

R. – “Inevitabilmente dovremmo muoverci su invito e registrare chi sarà in presenza al Palacongressi di Rimini. Devo dire, con grande sorpresa, con  entusiasmo che abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo la disponibilità di numerosissimi volontari che continueranno ad essere un  tratto caratteristico del Meeting. In tante città italiane, infatti, proporranno dei momenti di piccole aggregazioni, per quello che sarà consentito, 50, 100 persone per seguire il Meeting che sarà diffuso in piazze o luoghi pubblici, non sono in Italia ma anche all’estero.

I temi internazionali saranno in primo piano? 

R. – “Sì, in particolare con la preoccupazione per la ricostruzione  dell’Europa. Quindi l’economia. Un altro grande tema sarà uno sguardo a quello  che  sta avvenendo, sul piano religioso, culturale, popolare e sociale in tante parti del mondo, come l’America, il Sud America e l’Africa. Si  parlerà certamente anche della malattia Covid-19, con l’obiettivo, almeno questo è l’auspicio, di non stare tanto a intercettare chi ha avuto la colpa e chi no, ma di approfondire che cosa è avvenuto e, soprattutto, da dove ripartire”.

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