RIPATRANSONE – Al termine della cerimonia di riapertura dei Musei Sistini (vedi QUI) il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons Stefano Russo ha rilasciato questa intervista alla nostra testata.

Come giudica la riapertura dei Musei Sistini?
Nel servizio che la Cei svolge c’è il desiderio di promuovere il territorio, mettendosi in ascolto del territorio stesso. Pertanto la Cei conferma anche per il prossimo futuro, segnato da tutte le difficoltà del momento, quei servizi che negli anni sono nati e che hanno a che fare con dotazione di strumenti oltre che di sostegni economici. Poi naturalmente il resto spetta al territorio, così come anche dimostra l’evento della riapertura dei Musei Sistini in cui la diocesi di San Benedetto ha pensato bene di dare un segnale molto forte e bello di attenzione al territorio, puntando a una valorizzazione del patrimonio culturale, che ha un significato molto profondo anche per questo tempo che stiamo vivendo, particolarmente difficile di crisi e di difficoltà nel capire anche quali sono i passi giusti da farsi perché, siamo ancora all’impronta di una provvisorietà. Quello che oggi è avvenuto a Ripatransone è una possibile risposta nella quale la diocesi si impegna a tenere viva un’attenzione sul nostro territorio, insieme alle amministrazioni locali che mettono in campo un’azione che favorisce anche la fruibilità dei nostri centri, delle nostre bellezze e del nostro paesaggio.

Cosa deve fare la comunità cristiana per valorizzare l’immenso patrimonio artistico che la fede ha generato nel corso del tempo?
Sono diverse le cose che si possono fare e che di fatto in questi anni si stanno mette do in atto. Un elemento molto importante è far sì che la comunità cristiana diventi sempre più capace di occuparsi di questo patrimonio. Per comunità cristiana non intendo solo gli addetti ai lavori, quelli che sono in modo speciale ai beni culturali, ma che si comprenda il valore che questi beni hanno rispetto alla catechesi, alla storia locale, alla cultura, all’insegnamento della Religione Cattolica e più in generale al mondo della scuola nel contatto con i giovani con la possibilità di raccontare loro una storia che spesso fanno fatica. Una comunità cristiana che comprende il valore di questo patrimonio e lo rende fruibile, soprattutto fa sì che diventi un’esperienza viva, questo è il valore aggiunto che va anche al di là del valore economico. Certo ha anche un valore economico, perché quando ci si appassiona a lavorare in un certo modo c’è anche un riscontro di attenzione nei confronti di chi viene in qualche modo attratto da un modo di fare che presenta una comunità. Non è solo la presentazione di un patrimonio artistico importante, ma una comunità che si presenta attraverso il suo patrimonio.

Abbiamo fatto un accenno al mondo della scuola. Recentemente il governo è intervenuto in sostegno delle scuole paritarie che a causa di vari fattori hanno sempre meno iscritti e alcune addirittura hanno chiuso. Qual è il suo parere?
Siamo abbastanza preoccupati per le sorti delle scuole paritarie che soffrono storicamente di una carenza di risorse economiche messe a disposizione. Certo ci ha fatto piacere che ci sia stato questo intervento da parte del governo: speriamo che sia sufficiente almeno per permettere alle scuole paritarie che sono ancora in vita di andare avanti. È una questione che ci interroga molto e che richiede misure che in questo momento sono straordinarie, ma che dovrebbero essere approntate ordinariamente, come attenzione particolare a queste realtà io credo molto importante per la nostra società.

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