DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

La prima lettura di questa domenica ci presenta l’esperienza di Geremia, chiamato da Dio ad essere profeta in Israele nel momento più catastrofico e fatale della storia di questo popolo, negli anni, cioè, che culmineranno con la deportazione a Babilonia e la distruzione di Gerusalemme.
Geremia, in questo tempo, sarà la coscienza critica, ma calpestata e inascoltata, dell’intera nazione. Sarà considerato una specie di uccello del malaugurio e per la sua parola scomoda, bruciante, aspra verrà scomunicato, perseguitato, denunciato, imprigionato dai suoi stessi compaesani.
La fedeltà alla chiamata di Dio diventa, allora, per Geremia, una conquista quotidiana perché conosce dubbio e crisi, perché a volte pesa come un incubo soprattutto quando sperimenta il silenzio di Dio.
Quante volte abbiamo anche noi vissuto l’oscurità della prova, della crisi, della sofferenza…Geremia, oggi, con le sue stesse parola, si fa nostro compagno di viaggio, affinché possiamo trovare il coraggio di lottare e sperare sempre. Ci conferma infatti il profeta: «Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere».
E il Signore non tarda a rispondere a questa certezza che è di Geremia ma che vogliamo fare nostra. Egli stesso, nel Vangelo di oggi, ripete ben tre volte ai suoi apostoli e a noi «Non abbiate paura…».
Il Signore non ci elimina difficoltà, rifiuto, sofferenza, disagio ma ci chiede, in tutto questo, di non aver paura…
Perché? Perché non dobbiamo aver paura? Perché noi valiamo, e tanto, ai suoi occhi!
«Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!».
Noi valiamo, noi siamo amati…
La nostra alternativa al dubbio, all’incertezza, alla paura si chiama fiducia in Dio per cui non cediamo alla tentazione di considerarci dimenticati, di sentirci insignificanti ma impariamo da Gesù a fidarci del Padre…non di un dio, ma di nostro Padre, del Padre nostro!
In questa fiducia ci incoraggia anche San Paolo attraverso la seconda lettura, tratta dalla lettera ai Romani. Paolo ci dice che Gesù non si è fatto carne per rimediare ad una situazione catastrofica, conseguenza del peccato delle origini che poi si è moltiplicato nel mondo. Infatti, proprio in questo stesso mondo, sovrabbonda la grazia di Dio. Gesù è venuto, invece, a farci sovrabbondare dei doni di Dio…tutti!
Siamo amati… sovrabbondiamo della grazia, dell’amore e dei doni di Dio… questa consapevolezza guidi questa nostra giornata, la settimana che si apre e, giorno dopo giorno, con la forza che ci viene dall’ascolto costante e vero della Parola, ogni istante della nostra vita!

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