GROTTAMMARE – «La ripresa, ringraziando Dio, c’è». Lo dice forte e chiaro Antonietta D’Ercoli della trattoria “La Priora” di Grottammare. Anche questo storico locale (il prossimo 1 novembre festeggerà 40 anni d’attività) è alle prese con la “nuova normalità” dettata dai protocolli anti-Covid19. Protocolli particolarmente stringenti per le attività di ristorazione. Anche se, secondo quanto dicono da “La Priora“, il quadro non sarebbe del tutto omogeneo.

«Giusto per fare qualche esempio – dice Antonietta – abbiamo ospitato dei ragazzi provenienti da Brescia e loro, quando hanno visto tutto quello che facciamo qui in trattoria, si sono meravigliati, dicendo che su da loro non esistono locali con tutte queste disposizioni. Sono rimasta sorpresa, anche perché, come sappiamo, quello di Brescia è stato uno dei territori più colpiti dal Coronavirus. Inoltre, girando in alcuni locali della nostra zona, la mia famiglia ha notato che non tutti fanno quello che facciamo noi. Ci viene dunque da chiederci: siamo noi troppo scrupolosi?».

Da qui, la signora Antonietta elenca un ricco insieme di provvedimenti che lo staff del locale sta realizzando per venire incontro alle nuove norme anti contagio. Citandone solo alcuni: dalle ormai classiche barriere in plexiglass (ne sono state acquistate 20) fino ad aspetti forse meno noti: «Se al tavolo siedono persone non parenti tra loro, servono i pannelli divisori e queste persone non possono condividere nulla di ciò che è a tavola. Per questo, noi abbiamo comperato delle piccole brocche per le bevande: ognuno ha il suo, dal suo lato del tavolo. A malincuore, abbiamo dovuto eliminare anche i cestini del pane in vimini, perché erano difficili da sanificare. Abbiamo introdotto dei contenitori mono-uso in carta. Abbiamo dovuto eliminare anche il nostro famoso olio al peperoncino realizzato artigianalmente».

La parola “mono-uso” ricorre spesso ne “La Priora” ai tempi del Coronavirus. Olio, sale aceto: tutto viene offerto in confezioni monouso. Il personale, inoltre, sanifica con costanza le sedie e, addirittura, lava a 90 gradi le mollette che tengono le tovaglie sul tavolo. Sono stati depurati i filtri dell’aria condizionata anche se, fa sapere la Antonietta, il locale è già arieggiato di suo e, dunque, si ricorrerà all’aria condizionata solo in casi di caldo eccezionale. Vengono, inoltre, sanificati costantemente gli spazi comuni, come il bancone del bar e perfino la macchinetta del Pos.

Per rispettare le nuove disposizioni in merito al distanziamento sociale, il ristorante ha dovuto togliere la bellezza di 21 tavoli: 12 all’interno e 9 all’esterno. «Per fortuna non dobbiamo pagare l’affitto e non abbiamo mutui con le banche – sottolineano dal locale che vede in cucina la veterana: Maria “La Priora” -. Queste cose ci danno maggiore sicurezza, consentendoci di affrontare e, sicuramente, si superare questo periodo di difficoltà. Sì, perché quei pochi tavoli rimasti, grazie a Dio, li stiamo riempiendo sempre. Dobbiamo ringraziare i nostri clienti che sono tornati a trovarci».

Il ritrovo ha anche 5 camere ma, su questo fronte, gli orizzonti sono meno rosei del ristorante: «Non sappiamo ancora se riapriremo la parte dedicata al pernottamento degli ospiti – dice in conclusione la Antonietta -. Probabilmente non lo faremo, perché riaprire seguendo alla lettera tutti i protocolli di sanificazione vorrebbe dire spendere più di quanto s’incassa. Inoltre, almeno per il momento, non vediamo un movimento turistico interessante. La maggior parte delle persone arrivate da fuori, sono possessori delle seconde case. Purtroppo questa stagione sarà pesantemente condizionata dal Coronavirus».

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