Padre Massimo col vescovo Carlo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La situazione d’emergenza legata alla pandemia da Coronavirus riduce all’osso la Festa di Sant’Antonio da Padova. Mai come quest’anno, sarà una celebrazione essenziale, ma non per questo meno sentita. Intanto, la comunità parrocchiale continua ad essere vicina alle molte famiglie messe in forti difficoltà economiche dai lunghi mesi di serrata-generale.

Ma andiamo con ordine, dicendo che sabato alle ore 8.30, il vescovo diocesano, Monsignor Carlo Bresciani, celebrerà una Santa Messa presso la chiesa di via Toscana, nel giorno della ricorrenza del santo. Quest’anno abbiamo dovuto cancellare le tante, belle, ulteriori iniziative che di solito accompagnano la nostra festa – spiega il parroco: Padre Massimo Massimi -. Come, ad esempio, la “13ina” che coinvolge molto famiglie del quartiere, oppure la merenda dedicata ai lavoratori del settore edile: una tradizione di questa parrocchia di Sant’Antonio che va avanti da molto tempo». In questi giorni di spazi ridotti, causa nuove norme sul distanziamento sociale, la parrocchia ha trovato un nuovo punto presso il piazzale del Comune, che s’affaccia su viale De Gasperi. Lì, ultimamente, vengono celebrate le funzioni del sabato sera e della domenica sera.

«Diciamo che quello spazio ci ha salvato – rimarca Padre Massimo – Infatti, la nostra chiesa da quasi 400 posti, con le nuove norme può ospitare al massimo 180 fedeli. Un numero sufficiente per i giorni feriali, ma totalmente inadatto per le principali funzioni dei giorni di festa. Dunque stiamo utilizzando quello spazio all’aperto per celebrare la Messa, grazie alla collaborazione molto bella con il Comitato di quartiere Sant’Antonio da Padova e con l’Associazione Antoniana Eventi. I loro volontari ci aiutano nell’allestimento dello spazio, ad esempio: sistemando tutte le seggiole. Questo ci consente di non dover mandare via nessuno, potendo garantire circa 300 posti. Ma ora, grazie al fatto che i parchi pubblici sono stati riaperti, abbiamo deciso di spostare le funzioni nel vicino Parco Wojtyła. Un’area sì all’aperto ma, al contempo, delimitata e più tranquilla rispetto al piazzale del Comune, dove il viavai di auto o di pedoni potevano un po’ disturbare le ultime file di fedeli».

L’ingresso della cosiddetta Fase 3 non fa diminuire l’impegno della Caritas parrocchiale di Sant’Antonio, sul fronte del sostegno alle famiglie messe sotto scacco dall’emergenza-Coronavirus. Un emergenza alle prime battute sanitaria, ma che si sta tramutando sempre più in emergenza sociale ed economica. «All’inizio, la nostra preoccupazione era quella di fornire principalmente beni alimentari – ci racconta Padre Massimo – Ora, oltre alle difficoltà di fare la spesa, per diverse persone si è aggiunto anche altro. Ossia l’impossibilità di pagare bollette, rate delle spese condominiali, affitti e quant’altro. Attualmente stiamo seguendo oltre 100 famiglie».

Tra queste, c’era chi puntava molto sul lavoro stagionale per poter andare avanti in maniera autonoma ma, come sappiamo, l’emergenza-Coronavirus ha causato una fortissima contrazione su questo particolare mercato del lavoro.Camerieri, cuochi, animatori, sono alcune attività di cui, in questa strana estate 2020, si noterà una diminuzione. Anche nel nostro territorio, molte persone che fino all’anno scorso contavano su una stagionalità lavorativa, ora sono ferme e sono andata in forte difficoltà. In particolare, Padre Massimo ci dice che la sua parrocchia ha segnalato 12 casi alla Diocesi: «Grazie ad un fondo arrivato tramite l’8×1000 ed a donazioni private, ne abbiamo già assistiti concretamente 9, ma contiamo di trovare una soluzione anche per gli altri».

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