M.Michela Nicolais

La preghiera è “l’argine, il rifugio dell’uomo davanti all’onda di piena del male che cresce nel mondo”. Lo ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico e dedicata alla “preghiera dei giusti”, “capaci di scrivere in modo diverso il destino dell’uomo”.

“Il disegno di Dio nei confronti dell’umanità è buono, ma nella nostra vicenda quotidiana sperimentiamo la presenza del male, che è un’esperienza di tutti i giorni”,

esordisce Francesco, mettendo in guardia dalle tentazioni dell’indivia, dell’ambizione e della vendetta: “Il tentatore è un mal pagatore, paga male”, come dimostra la vicenda di Adamo ed Eva. Quella di Caino e Abele, invece, ci insegna che “la storia della prima fraternità si conclude con un omicidio”. Allora, come oggi, è la “fraternità umana” a mancare dappertutto: e così, “il male dilaga a macchia d’olio. Fino ad occupare tutto il quadro”.

“I grandi affreschi del diluvio universale e della torre di Babele rivelano che c’è bisogno di un nuovo inizio,

come di una nuova creazione, che avrà il suo compimento in Gesù Cristo”, la tesi del Papa. “Eppure, in queste prime pagine della Bibbia, sta scritta anche un’altra storia, meno appariscente, molto più umile e devota, che rappresenta il riscatto della speranza”, il riferimento alla Genesi:

“Se anche quasi tutti si comportano in maniera efferata, facendo dell’odio e della conquista il grande motore della vicenda umana, ci sono persone capaci di pregare Dio con sincerità, capaci di scrivere in modo diverso il destino dell’uomo”.

“Abele offre a Dio un sacrificio di primizie”, il primo esempio scelto dal Papa: davanti a Noè, Dio addirittura “trattiene il suo proposito di cancellare l’umanità”.

“Preghiamo anche per essere salvati da noi stessi”,

dalle nostre ambizioni, dalle nostre passioni, spiega Francesco. “Gli oranti delle prime pagine della Bibbia sono uomini operatori di pace”, perché “la preghiera, quando è autentica, libera dagli istinti di violenza”, in tutte le religioni .

“La preghiera coltiva aiuole di rinascita in luoghi dove l’odio dell’uomo è stato capace solo di allargare il deserto”,

la metafora scelta dal Papa: “Il potere di Dio è il potere della vita, fa rinascere”, e “la signoria di Dio transita nella catena di questi uomini e donne, spesso incompresi o emarginati nel mondo”, l’omaggio alla preghiera dei giusti: “Sono una catena per nulla chiassosa, che raramente balza agli onori della cronaca, eppure è tanto importante per restituire fiducia al mondo!”.

“La preghiera è una catena di vita, sempre, la preghiera semina vita”,

prosegue Francesco a braccio raccontando di un capo di governo del passato, ateo: “Non aveva senso religioso nel cuore, ma da bambino sentiva sua nonna che pregava, e quello gli è rimasto cuore. E in momento difficile della sua vita, quel ricordo è tornato al suo cuore: ‘Ma la nonna pregava!’ E Incominciò lui a pregare con le cose che diceva la nonna, e ha trovato Gesù”. “Per questo è tanto importante insegnare ai bambini a pregare”, l’invito insieme a quello di insegnare loro a “fare bene” il segno della croce, che “è la prima preghiera”, “un seme di vita, un seme di dialogo con Dio” che rimane nel cuore, anche quando prendono altre strade. “La preghiera apre la porta a Dio perché trasforma il nostro cuore che tante volte è di pietra in un cuore umano”, conclude il Papa: “Ci vuole tanta umanità, e con l’umanità si prega bene”.

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