COMUNANZA – Gli esperti di ideogrammi dibattono ancora sul fatto se, in lingua cinese, la parola “crisi” sia la stessa di quella che vuol dire “opportunità”. Il connubio tra questi due concetti è invece ben più chiaro a Comunanza. Nel borgo montano della nostra Diocesi, infatti, la crisi generata dalla pandemia da Coronavirus sta creando nuove opportunità in chiave turistica. Ne abbiamo parlato col sindaco Alvaro Cesaroni. Lui, per prima cosa, fa il punto sulla cosiddetta “Fase 2”. Dopo oltre due mesi di serrata generale, anche il territorio comunanzese ha ripreso vitalità.

E non è solo la Riviera delle Palme a registrate qualche comportamento “sopra le righe” tra i cittadini dall’età più bassa. «Non ci sono state situazioni particolarmente gravi, ma anche qui da noi abbiamo avuto qualche eccesso –ci riferisce il sindaco -. Soprattutto da parte dei giovani che credono che sia tutto finito, abbandonandosi a qualche manifestazione di troppo. Comunque sia, a parte qualche caso isolato, le persone continuano a rispettare tutte le norme di sicurezza, in primis l’utilizzo delle mascherine».

Con l’irrobustimento della Fase 2, dal 18 maggio anche Comunanza ha riattivato sostanzialmente tutte le sue attività produttive. In pieno movimento anche la macchina ricettiva e commerciale che, generalmente, accontenta anche i visitatori. Principalmente turisti “di transito” – secondo la descrizione che ci viene da Cesaroni – ossia soprattutto persone che vanno o vengono dai Monti Sibillini. Negli ultimi giorni, Comunanza ha visto crescere questo trend. «Soprattutto persone in moto o in bicicletta, negli ultimi giorni stiamo vedendo molto più visitatori del solito e questo ci fa ben sperare in vista dei prossimi mesi estivi» sottolinea il primo cittadino.

Con la pandemia che resta ad aleggiare sulla vita di tutti noi, in molti preferiscono trascorrere il proprio tempo libero tra le grande aree verdi dell’interno, piuttosto che punta sul mare dove lo spazio a disposizione è molto più ridotto. Una linea di pensiero già espressa da qualche operatore del comparto balneare. «Che estate sarà? E’ davvero impossibile fare previsioni – ragionava qualche giorno fa Massimo Guerrieri: (dipendente dello stabilimento Antares di San Benedetto) sulle colonne del Corriere Adriatico -. Se il contagio continua a calare, probabilmente molte persone saranno sempre più invogliate a venire al mare. Anche se, francamente, io temo che tanti possano preferire i grandi spazi aperti della montagna».

Parafrasando il Mors tua vita mea di antica memoria, i timori della costa si tramutano in speranze sui monti. «La tragedia del Coronavirus ci ha almeno offerto quest’opportunità – rimarca Cersaroni -. Ora dobbiamo essere bravi a sfruttarla nel migliore dei modi. Per farlo, serve soprattutto organizzazione». Dunque queste saranno settimane di lavoro per l’amministrazione municipale di Comunanza, in rapporto con gli addetti locali del comparto commerciale-ricettivo.

Nel frattempo, il sindaco continua a denunciare un problema a suo dire molto sentito in zona: l’eccessiva presenza non solo di cinghiali, ma anche di caprioli. Con il blocco delle attività venatorie (altra conseguenza dell’emergenza-Covid19) la popolazione animale è crescita allo sproposito: «Abbiamo campi completamente arati e coltivazioni dalle gemme mangiate – dice il primo cittadino -. Molti agricoltori hanno subìto danni importanti. La Regione Marche deve regolamentare questa nuova situazione in qualche maniera. Io, personalmente, non sono un esperto e non saprei bene cosa fare ma sicuramente gli agricoltori e le organizzazioni di categoria sapranno dare qualche indicazione».

In conclusione, il sindaco torna sull’Emergenza-Coronavirus, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla Fase 2. Un percorso lastricato di scartoffie burocratiche: «Siamo stato sommersi da un sacco di decreti – ci dice Cersaroni -. Sulla scrivania ho una pila di carte e, sinceramente, sono riuscito a leggerne solo la metà. I vari decreti del governo e della Regione sono importanti, ma io credo che in fondo sia essenziale affidarsi al buonsenso. Dunque avere buonsenso e riuscire a trasmetterlo a tutti. Perché se ce l’ha solo il sindaco….è un po’ poco».

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