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Regno Unito, una dozzina di vescovi anglicani contro Cummings. Contagiato, aveva violato la quarantena

Dura presa di posizione contro il premier britannico Boris Johnson, criticato per aver difeso il braccio destro Dominic Cummings che ha violato il lockdown, viene, questa mattina, da una parte dei vescovi anglicani. Con alcuni tweet e dichiarazioni ai media i vescovi della Chiesa d’Inghilterra definiscono “non accettabile” chiedere a milioni di cittadini di chiudersi in casa mentre il consigliere del premier, malato di Covid, viaggiava per 400 chilometri per raggiungere i parenti. “Se non vediamo il licenziamento di Cummings non capisco come possiamo continuare a fidarci dei ministri di governo e collaborare con loro”, ha dichiarato il vescovo di Manchester David Walker. Il vescovo di Bristol Vivienne Faull ha accusato Boris Johnson “di non avere alcun rispetto per la gente” dopo che il premier è intervenuto ieri nella conferenza stampa giornaliera dedicata al virus per difendere Cummings. Sono almeno una dozzina i vescovi che hanno criticato il governo. “Il premier rischia di distruggere la fiducia del pubblico. Johnson è ormai diventato un Trump a tutti gli effetti”, ha twittato il vescovo di Willesden Pete Broadbent. A protestare, oltre ai vescovi e all’opposizione, sono stati molti parlamentari Tory.

Cummings è un personaggio molto discusso, autore degli slogan che hanno garantito ai Tory la vittoria nel referendum sul Brexit. Secondo il “Guardian” il consigliere di Johnson, oltre a raggiungere i parenti, sarebbe anche uscito per passeggiare.