VATICAN NEWS – Tiziana Campisi

(…)L’emergenza sanitaria non ha creato ostacoli alla fede, anzi ha fatto scaturire nuovi modi per esprimerla. È  quanto sottolinea la badessa del Monastero di Santa Rita a Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis:

R. – La fede non li ha mai trovati gli ostacoli. La fede è quel salto che ci fa andare oltre l’ostacolo. E questo nella vita di Santa Rita lo possiamo anche vedere, constatare. Per potere agire come ha agito, è perché era sempre sostenuta da questa fede incrollabile in Gesù crocifisso, ma risorto.

Nella realtà attuale, cosa insegna ancora Santa Rita e quali virtù, in particolare, dobbiamo imitare?

R. – Santa Rita è una fedele discepola di Cristo. Gesù ci ha detto che l’unica cosa che dobbiamo imparare da Lui è essere miti e umili. Anche oggi c’è bisogno di umiltà e di mitezza. Perché di fronte alle provocazioni, qualche volta, dimentichiamo che siamo cristiani, che dobbiamo agire di fronte al male con il bene. Santa Rita ce l’ha dimostrato con la vita: se vogliamo sconfiggere il male, il Signore ci ha dato il mezzo, ci ha dato gli strumenti per farlo. Lui è stato per primo l’esempio e quindi noi dobbiamo seguire Lui. Questo ci dice Santa Rita oggi, come l’ha detto ieri, come lo dirà anche domani: se vuoi veramente essere forte, devi farti forte di questa fede in Cristo Gesù.

Il 22 maggio, alla tradizionale benedizione delle rose, fiori simbolo di Santa Rita, avete pensato di affiancare un’iniziativa particolare che coinvolgerà anche Papa Francesco…

R. – Sì. Dato che Papa Francesco rappresenta l’universalità della Chiesa e quindi anche dei popoli, vogliamo benedire 5 rose. Simbolicamente rappresentano i 5 continenti. Abbiamo pensato: le mandiamo al Papa e in lui l’abbiamo tutti e 5 i continenti, perché Santa Rita è conosciuta in tutto il mondo. Anche nel Pakistan, in India, naturalmente in America Latina…

Santa Rita è la santa dei casi impossibili alla quale migliaia di fedeli chiedono svariate grazie. In questi mesi, come sono cambiate le richieste di intercessione?

R. – Sono varie e molteplici: vanno da un bisogno spirituale, familiare, economico. Poi c’è la solitudine che molte persone sentono specialmente in questo tempo di pandemia, e soprattutto quelli che sono ricoverati, in isolamento. Più di qualcuno mi ha scritto – quando è uscito da questa situazione – che Santa Rita gli ha trasmesso forza. Anche tenendo l’immagine, semplicemente un’immagine tra le mani.

Quale messaggio di Santa Rita ci aiuta ad affrontare i mesi che ci aspettano, in cui bisognerà continuerà ad osservare le disposizioni delle autorità civili per evitare la diffusione del coronavirus? Come vivere questo tempo?

R. – Il messaggio di Santa Rita è sempre attuale: Dio è amore. E chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Noi cerchiamo con i nostri mezzi di poter creare un monastero allargato, nel senso che condividiamo qualche momento di preghiera con i pellegrini. In tutto il mese di maggio ci sarà il Rosario che noi continueremo su Facebook a trasmettere. Poi vedremo – se sarà fattibile – se dovremo continuare a fare questo oppure in altro modo. Cercheremo comunque di essere vicine a tutti quelli che chiedono da noi l’intercessione di Santa Rita. Questo non è venuto meno nemmeno in questi giorni in cui c’è stato questo blocco un po’ totale. Credo sia stato bello condividere questi momenti con le persone e sapere che si può, riorganizzando una vita, riscoprire anche i momenti in cui c’è una presenza di Dio che va accolta. Magari riacquisteremo delle forze che, forse, non pensavamo neanche di avere.

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