DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

L’apostolo Pietro ci fa una sollecitazione questa domenica, quella di essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi».

Fermiamoci un istante, prendiamoci qualche secondo per lasciarci interrogare…qual è la speranza che ci abita e che non dobbiamo tacere? Un passo indietro…c’è una speranza da cui ci lasciamo abitare?

Guardiamo la figura di Filippo, che ci viene presentata nella prima lettura. Filippo predica il Vangelo, compie segni, guarisce…e la conseguenza qual è? Leggiamo negli Atti degli Apostoli: «E vi fu grande gioia in quella città».

La testimonianza di Filippo genera gioia, genera vita…che cosa lo anima dentro? Quale certezza? Quale speranza?

Troviamo la risposta nelle parole di Gesù che leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Non vi lascerò orfani: verrò da voi…perché io vivo e voi vivrete». Filippo e gli altri apostoli sanno di non essere soli! Sono certi, perché ne hanno fatto esperienza, che Gesù non ha fatto solo una comparsata su questa terra e, morendo, ha lasciato tutti al proprio destino. Il Signore è vivo e di questa vita sta facendo vivere ciascuno di loro, e questa vita ciascuno di loro la sta “passando” agli altri.

Non è questione solo di far miracoli, di cacciare spiriti impuri o guarire paralitici e storpi; la domanda che vogliamo porci è quanto la Parola di Dio, quanto Cristo Parola di Dio è presente, vivo ed operante nella nostra storia, quanto è fondante nelle nostre scelte, quanto è vivificante per le nostre relazioni.

Perché un Dio vivo e accanto a ciascuno, questa è speranza certa.

Continua ancora Gesù: «Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Dio è vivo, Dio è presente accanto a me, Dio mi ama!

E’ l’esperienza di un Dio che li ama che fa muovere Filippo e gli altri apostoli, un amore da cui si sentono talmente invasi da non poter fare a meno di agire e vivere perché a questo amore attingano tutti.

«Io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi»: non solo vivo, non solo presente, non solo amante ma addirittura un Dio che ci abita, che è dentro di noi perché possiamo viverne.

Solo parole? Magari belle ma campate per aria?

Filippo e gli altri apostoli tutto questo lo hanno toccato con mano, abbiamo detto che lo hanno sperimentato. Ancor prima, dice il salmista, fu Israele e fare l’esperienza di un Dio che per il suo popolo «cambiò il mare in terraferma» e lo fece passare, attraverso il fiume Giordano per stabilirsi nella terra promessa di Canaan.

E noi? Qual è la nostra esperienza di un Dio vivo, presente, amante, abitante in noi?

La sua Parola ci aiuti a riconoscerlo e a farne memoria, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, esperienza dopo esperienza, perché veramente possiamo farne la speranza certa di tutta la nostra vita.

 

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *