(Londra) Come nelle previsioni della vigilia, non lascia nulla di buono da sperare il comunicato rilasciato da David Frost, negoziatore per conto del governo britannico, al termine di una settimana di trattative dedicata a Brexit con il collega europeo Michel Barnier. Dopo qualche parola di ringraziamento arriva subito la dichiarazione secondo la quale “abbiamo fatto pochissimi progressi verso le questioni più importanti ancora non risolte tra di noi”. Ovvero “level playing field” – l’adesione della Gran Bretagna alle regole del libero mercato – e diritti di pesca. Frost definisce l’approccio europeo “ideologico” e sottolinea che “la Ue vuole che il Regno Unito sia legato alla legislazione europea in un modo che è senza precedenti negli accordi di libero commercio”. E sui diritti di pesca Frost scrive che “la Ue insiste per un accesso alle acque di pesca britanniche in un modo incompatibile con il nostro status futuro di Stato costiero indipendente”. I negoziati che sono stati condotti questa settimana via videconferenza sono gli ultimi prima della sessione che comincerà il primo di giugno. Al termine del mese di giugno bisognerà decidere se dare altro tempo al processo di uscita del Regno Unito dalla Ue, che diversamente è stabilito al 31 dicembre. Il governo britannico di Boris Johnson ha più volte confermato di non volere un’estensione del processo, rendendo, cosi, la prospettiva di un “no deal”, un’uscita senza accordo sempre più reale.

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