La paralisi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la vendita di armi proseguita in tutto il mondo, anche verso le aree di conflitto, stanno facendo fallire la richiesta di un “cessate il fuoco globale”, avanzata nello scorso marzo dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, sostenuta da 59 Paesi, tra cui l’Italia. Lo scorso venerdì, ad esempio, gli Usa si sono rifiutati di firmare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che andava proprio in questa direzione. È la denuncia contenuta nell’ultimo rapporto di Oxfam, “Il Coronavirus nelle aree di conflitto”, che lancia l’allarme sulla possibilità di contenere la pandemia in tutti i Paesi attualmente in conflitto, nei quali sono intrappolate circa 2 miliardi di persone, stremate da violenza, persecuzioni e carestie, con sistemi sanitari fatiscenti e ospedali distrutti. A milioni si trovano in campi profughi, dove contenere il contagio è ancora più difficile, per la mancanza di servizi igienico-sanitari adeguati e lo spazio vitale necessario a mantenere le norme di distanziamento sociale. “C’è un altissimo rischio che il cessate il fuoco possa arrivare tardi, a epidemia già iniziata, in tante aree già devastate da guerra e violenze. A quel punto, purtroppo, sarà stato il virus a fare le sue vittime, e il tanto auspicato cessate il fuoco quasi certamente non servirà più a niente e nessuno”, ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. Tra i Paesi dove sono in corso conflitti o violenze, Oxfam ricorda Yemen, Myanmar, Colombia, Afghanistan, Burkina Faso e Sud Sudan, Repubblica Centrafricana. Secondo Oxfam, “sono più che evidenti gli interessi economici in gioco, se si tiene conto che solo l’anno scorso la spesa militare ha raggiunto i 1.900 miliardi di dollari, cifra che supera di 280 volte l’appello delle Nazioni Unite per la risposta globale al coronavirus”. Per questo Oxfam lancia un appello urgente a tutti i Paesi che continuano a esportare armi in zone di conflitto perché “interrompano immediatamente ogni vendita ed esportazione” e, al contrario, “facciano pressione sulle parti in conflitto perché accettino un cessate il fuoco globale, che porti ad una pace duratura”. Anche l’Italia può fare la sua parte: Oxfam lancia una petizione per chiedere al governo, tra l’altro, di sostenere in sede internazionale il “cessate il fuoco”.

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