DIOCESI – “Carissimi, san Paolo scrive: “se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede” (1Cor 15,17). Con questo afferma che tutta la nostra fede si fonda su questa verità: Gesù è risorto da morte. Lui era morto in croce, il cuore trafitto da una lancia per essere sicuri che fosse davvero morto, ed ora è vivo. Noi facciamo festa proprio per questo, facciamo festa al risorto!”

È questo l’inizio dell’omelia che il Vescovo di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani ha tenuto il giorno di Pasqua, domenica 12 aprile 2020, in una Cattedrale vuota di fedeli a causa del Coronavirus, ma piena di spirito di compartecipazione, grazie anche alla diretta trasmetta in diretta televisiva su Vera TV e in streaming sul nostro giornale diocesano.

Il Vescovo Bresciani ha poi affermato: “Se ci pensiamo bene, è la cosa più sconvolgente. Un morto da tre giorni, con il cuore trafitto da una lancia, che torna in vita e non muore più!  Tutto il nostro sapere tecnico e scientifico non prevede una cosa del genere e qualcuno, forse, è tentato di dire che si tratta di fantasie religiose di un lontano tempo oscuro in cui la religione era guidata, più che da verità, da miti fantasiosi, che la gente credulona del tempo era pronta ad accettare. Come non pensare di essere quanto meno temerari ad affermare una cosa del genere oggi?

Eppure noi oggi facciamo festa perché affermiamo di credere fermamente in questo: che un morto in croce con il cuore squarciato da una lancia, dopo tre giorni si è ripresentato vivo, è ancora vivo, e ha fondato su questo la sua affermazione di essere Dio, il Figlio unigenito di Dio Padre. Noi crediamo, come affermano le Scritture, che molti lo hanno visto vivo, non solo i suoi apostoli. Come tutto ciò sia possibile, non sappiamo spiegarlo con alcun criterio umano, né può essere opera di alcuna alchimia biologica o scientifica: secondo le nostre possibilità il morto è morto, punto e basta; nessuno può farci alcunché. Eppure il mattino di Pasqua il sepolcro era vuoto, i suoi lo hanno visto più volte vivo ed egli addirittura ha mangiato con loro.

O si tratta di vaneggiamenti di persone pazze, ma gli apostoli certamente non lo erano, oppure la loro testimonianza è vera e la resurrezione non può che essere l’opera di Dio che conferma tutto quello che Gesù ha detto e che noi, cristiani, crediamo. Noi lo crediamo sulla testimonianza degli apostoli, per questo la nostra fede è detta apostolica. Lo riteniamo con tutto noi stessi vero. Non solo, ma seguiamo la via che Gesù ci ha indicato per partecipare con lui alla vita che va oltre la morte, cosa che Lui ha promesso a coloro che lo avrebbero seguito.

Solo alla luce della resurrezione prende pieno senso quanto Gesù ha fatto e detto durante la sua vita e che ha portato anche i suoi contemporanei a chiedersi: “da dove trae questa sapienza?”; “chi è dunque costui, che anche i venti e il mare gli obbediscono?” (Mc 4,41) o “con quale potere guarisce le malattie?” e dice “ti sono perdonati i tuoi peccati”? Vedevano l’uomo Gesù, vedevano quello che faceva e sentivano quello che diceva, ma non comprendevano chi egli fosse esattamente. È vero, diceva di essere il Figlio dell’uomo, il Figlio di Dio, parlava di Dio come suo Padre, ma non capivano.

Neppure gli apostoli capivano esattamente, solo poi, avendolo visto vivo dopo averlo deposto nel sepolcro, hanno capito pienamente. Solo la resurrezione di Gesù è la verità che illumina e dà senso al tutto. Dà senso al nostro essere cristiani, al perché lo siamo. Dà fondamento sicuro alla nostra fede. Ecco perché la festa della resurrezione di Gesù sta al centro della nostra fede, certamente più del Natale o di ogni altra festa cristiana. È questa fede che ci sorregge nei tempi difficili e di fronte al dramma della morte.

Purtroppo, spesso si cerca di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi, finendo in una fede “all’acqua di rose”, una fede che non sa alzare lo sguardo oltre questo mondo. E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. Questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, ad affrontarle con coraggio e con impegno. La risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova le realtà quotidiane, con le loro gioie, le loro pesantezze e i drammi che il coronavirus ha introdotto prepotentemente nei nostri giorni.

Il mistero della vita umana sembra impenetrabile di fronte alla morte, l’occhio umano non può nulla oltre la morte, ma dentro ciascuno di noi urge un desiderio insopprimibile di vita che sappiamo non essere nelle nostre possibilità soddisfare. Proprio per questo la vita ci si presenta come un mistero, nonostante tutti i momenti pur belli che essa ci permette di godere. Ma anche questi, per quanto possano prolungarsi, sono effimeri e a volte, forse spesso, sopraffatti dalle durezze e dalle fatiche che ogni giorno ci presenta.

La risurrezione di Cristo è la nostra forza! Essa ci conferma non solo che la vita su questa terra ha un fine che va oltre, ci rivela che c’è un’altra vita oltre la morte e che questa ha la sua possibilità e la sua spiegazione nel mistero di Dio. In questo mistero di Dio possiamo anche noi entrare attraverso il Risorto che ci ha aperto la strada e, quindi, possiamo entrare a far parte di quella vita che non avrà mai fine, quella eterna, appunto, come è quella di Dio.

L’annuncio che Cristo è risorto da morte, riapre le porte della speranza che la sua morte sembrava aver chiuso per sempre. La speranza che il male e il peccato del mondo, la morte stessa non sono invincibili: possono essere vinti, perché Lui li ha vinti. Insieme con Lui, seguendo la strada che lui ci ha tracciato, la nostra speranza che il male e la morte siano sconfitti non è vana. Lui è vivo, ed è accanto a noi.

Carissimi, lo ripeto, Cristo è risorto! Rinfranchiamoci dalle nostre stanchezze, riprendiamo coraggio, non lasciamoci vincere dallo scoraggiamento nemmeno in questi tempi di coronavirus davvero difficili: in Lui ci attende la vita e non la morte.

Buona Pasqua. Cristo risorto sia sempre la nostra speranza e la nostra forza!”

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