MONTEPRANDONE – È stato un Venerdì Santo molto particolare per la comunità di Monteprandone che durante i giorni della Settimana Santa vive da più di un secolo e mezzo con particolare solennità il giorno della morte di Gesù. Quest’anno, a causa del coronavirus, non è stato possibile lo svolgimento della Processione del Cristo Morto. Tuttavia la statua del Cristo Crocifisso, che si trova nella Collegiata di San Nicolò, è stata deposta nella “bara” ed è rimasta esposta durante la liturgia della Passione del Signore celebrata da don Vincent Ifeme. La deposizione è avvenuta grazie all’ausilio di quattro confratelli in rappresentanza della Confraternita della Pietà e della Morte, che normalmente si adopera affinché questa manifestazione di devozione e di fede ogni anno riesca al meglio.

Il parroco don Vincent Ifeme ha detto alla nostra testata: «La Processione del Cristo Morto è molto sentita dalla comunità di Monteprandone e per questo abbiamo pensato di allestire la bara in Chiesa e di fare un momento di preghiera prima della Liturgia della Passione del Signore. La tradizione prevede che alle 15.00 si celebri la Passione del Signore e alle 21.00 prenda il via la processione per le vie della città. Questo per ovvi morivi non è stato possibile e dunque abbiamo fatto in modo che il simulacro del Cristo Morto fosse presente durante la liturgia. In rappresentanza di tutta la comunità civile si Monteprandone è venuto il Sindaco Sergio Loggi. I fedeli hanno potuto seguire in streaming questa semplice cerimonia e la Passione del Signore. Davanti al Crocifisso ho pregato dicendo: “Oh Gesù ti preghiamo per questa nostra comunità la tua presenza continua in questo giorno nel quale facciamo memoria della tua Passione e Morte in Croce che è mezzo della nostra redenzione. Proteggi la nostra comunità anche quest’anno senza la nostra consueta processione rendiamo comunque omaggio alla tua sofferenza e alla tua Passione. Tu conosci la devozione dei fedeli di Monteprandone e il loro desiderio di poter vivere questo momento in ricordo di te. Ci affidiamo a te e all’intercessione di tua Madre e di San Giovanni affinché proteggiate la nostra comunità in questo momento di afflizione“».

L’importanza del Cristo Morto per la Città di Monteprandone è stata espressa anche dal Sindaco Sergio Loggi cheha scritto: «La preziosa bara contenente la statua lignea del Cristo Morto, questa sera, non ha potuto percorrere le vie del Centro storico e, così, abbiamo dovuto rinunciare ad un rito che si ripete, in questa formula, da ben 161 anni, ma che ha radici ancor più lontane nel tempo. La Processione per noi monteprandonesi non ha soltanto una valenza religiosa, ma rappresenta anche un tratto identitario che riporta nel nostro borgo anche coloro che, originari di Monteprandone o legati alla nostra terra, non vi abitano più. Ogni Venerdì Santo ci ritroviamo insieme per stringerci attorno ad una professione di fede e, al tempo stesso, testimoniare il senso di appartenenza alla nostra comunità. Per questo mi sono recato nella Chiesa Collegiata di San Nicolò, con il Comandante dei Carabinieri Gabriele Luciani e il Comandante della Polizia Locale Eugenio Vendrame e, insieme a Don Vincent, abbiamo vissuto un momento di raccoglimento davanti alla bara del Cristo Morto disposta al centro della chiesa grazie al priore Maurizio Caponi e alla Confraternita della Pietà e della Morte. Con questo gesto simbolico, ho voluto rendere omaggio al Cristo Morto, a nome di tutti i monteprandonesi, e dare un messaggio alla nostra comunità. Essere comunità oggi vuol dire restare nelle nostre case e accettare la battuta d’arresto che ci è stata imposta. Essere comunità oggi vuol dire, però, guardare al futuro con fiducia e pensare che torneremo presto a vivere il nostro territorio e le nostre tradizioni come abbiamo sempre fatto. Uniti possiamo farcela».

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