FORCE – Tanti fedeli, in questi giorni, invocano la sua intercessione per fermare la tremenda epidemia di Coronavirus che, purtroppo, sta mietendo vittime in tutto il mondo. E non è un’invocazione casuale, visto il tanto bene che, a suo tempo, fece proprio in quella terra – la Cina – da cui il morbo è nato. Parliamo della Beata Suor Maria Assunta Pallotta, di cui nella giornata del 7 aprile si è celebrato il 115esimo anniversario dalla morte, avvenuta nella provincia dello Shanxi, il 7 aprile 1905.

Una religiosa molto legata all’Estremo Oriente, ma anche al territorio della nostra Diocesi. Infatti,  la donna nacque a Force il 20 agosto 1878. Nel borgo montano del Piceno, è ancora vivissimo il suo ricordo. Non solo grazie ad una targa affissa sulla casa natale, ma soprattutto grazie allo spirito dei residenti. Ad esempio: un’anziana signora si prende costantemente cura di alcuni vasi di fiori, collocati lungo la strada, proprio vicino all’abitazione della Beata. I fiori, con il loro profumo, sono un chiaro rimando a Suor Maria Assunta. Il perché lo vedremo tra poco.  A mantenere accesa la fiamma del ricordo ci sono anche le “Suore Missionarie della Fanciullezza”  – presenti proprio sul territorio di Force – che per l’occasione hanno organizzato una Novena nella loro casa. Più di così, per la comunità cattolica del borgo Piceno, non è possibile fare, vista e considerata l’impossibilità di celebrare cerimonie religiose pubbliche, alla presenza dei fedeli.

Ma perché questa religiosa è legata ai fiori? Presto detto. Come si può leggere approfonditamente nelle pagine del libro sulle vicende di Maria Assunta (si vedano le foto disponibili in coda all’articolo) il legame deriva da un prodigio, avvenuto quando la suora era in punto di morte. Malata di tifo, giace sul letto per lunghi giorni e, sentendo vicina la fine,  mormora in cinese: “ShenTi, Shen-Ti!” Ossia: Eucaristia, Eucaristia!

Non riuscendo ad inghiottire, tanto la malattia l’aveva debilitata, il confessore l’esorta ad esprimere interiormente a Cristo stesso il desiderio di riceverlo: che faccia, cioè, la Comunione spirituale. Così fa e si avvia verso l’agonia con anima rinfrancata. Venti minuti prima di morire un odore misterioso, tra violette e incenso, inondò la stanza della suora morente. Questo prodigio si ripeté nelle strade dove fu portato il suo feretro, nelle stanza e dove aveva abitato. Era un profumo indefinibile, tra l’olezzo delle violette e quello dell’incenso, ma «nessuno dei due», diranno i testimoni. Il fatto colpisce molto anche i cinesi che, già da subito, iniziano a gridare al miracolo, chiamando Suor Maria Assunta la “Santa dei Profumi”.

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