DIOCESI – “Siamo sotto attacco e lo siamo non perché una Nazione ne invade un’altra ma, nella sua tragicità, un virus sta cambiando la fisionomia dell’umanità. Anche se siamo presi dalla morsa del coronavirus il nostro pensiero, il nostro cuore e la nostra preghiera devono essere sempre rivolti anche alle popolazioni in via di sviluppo del Mondo dove sono presenti dei missionari che oltre alle tante difficoltà già presenti vivono anche loro il problema del coronavirus”.

Si apre così la lettera del direttore del Centro Missionario Diocesano, Don Nicola Spinozzi per la giornata che si è appena celebrata ieri, martedì 24 marzo, in memoria dei missionari martiri.

Don Nicola afferma: “Il nostro pensiero corre a quei Paesi in terra di Missione, a quei continenti in cui le strutture sanitarie non sono assolutamente all’altezza di affrontare questa pandemia dove non ci sono ospedali adeguati, rarissimi reparti di terapie intensive, scarsità assoluta di medici e infermieri preparati, scarsità di medicinali e materiali sanitari.

Molte volte il paziente, se vuole essere curato in ospedale, deve comprarsi le medicine, le garze e le siringhe perché l’ospedale non le fornisce. Spesso le autorità e le strutture pubbliche non sono assolutamente in grado di gestire le emergenze. Paesi già flagellati costantemente da epidemie come la malaria, la dengue, il colera e altre malattie che ogni anno mietono innumerevoli vittime.
Alla luce di tutto questo. La nostra vicinanza va anche ai missionari che vivono tra queste popolazioni, impegnati soprattutto nell’opera di solidarietà, nella informazione capillare della gente, fino ai villaggi più sperduti, nella prevenzione, nell’accompagnamento dei malati, delle famiglie, delle comunità. Missionari che generalmente sentono il pericolo e la paura di rimanere in quelle situazioni, ma che trovano nella loro vocazione e nella profonda spiritualità missionaria la forza di non abbandonare quelle popolazioni proprio nell’ora della maggiore necessità. Il Coronavirus ci ha reso coscienti che siamo tutti sulla stessa barca, non ci sono muri, né fili spinati o eserciti armati che impediscono ai virus di mietere disagi e vittime.
È in questo contesto che nell’anno 2019, sono stati uccisi nel mondo 29 missionari: 18 sacerdoti, 1 diacono permanente, 2 religiosi non sacerdoti, 2 suore, 6 laici. Lo slogan della Giornata è: “Innamorati e vivi”, slogan che oggi più che mai, si percepisce come fondamentale e questo elenco è fatto di persone battezzate impegnate nella vita della Chiesa e morti in modo violento.
Come Centro Missionario Diocesano, vi invitiamo a pregare anche per loro, a non dimenticarli ma offrire a Dio le nostre preghiere attraverso un Rosario”.

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