DIOCESI – Per l’emergenza coronavirus siamo costretti in questi giorni a rimanere in casa. Si tratta di misure che sono necessarie per la salute pubblica e ci proiettano in qualcosa che non abbiamo mai sperimentato. Forse ci può essere d’aiuto l’esperienza di chi invece abitualmente vive in un raggio d’azione limitato ovvero le monache di clausura. Abbiamo perciò intervistato le sorelle clarisse del Monastero Santa Speranza che si trova in località Ponterotto di San Benedetto del Tronto.

Che consiglio vi sente di dare alle persone che, non per loro scelta, sono confinate in casa?
Prendendo spunto da come è organizzata la vita di una comunità che, ordinariamente, vive in clausura, possiamo consigliare di non vivere le giornate “a caso”, ma di darsi una certa regola assieme a tutta la famiglia, stabilendo insieme le cose da fare e i tempi stabiliti per farle, certamente non in maniera fiscale, ma anche con fantasia, nella consapevolezza che mettere ordine nel modo di vivere aiuta ad abbassare i livelli di ansia che l’epidemia che stiamo vivendo sta giustamente provocando.

Che cosa può aiutare a vincere la noia del tempo che scorre e sembra non passare mai?
Per chi ha la fortuna di vivere in famiglia sarebbe bello usare del tempo in eccesso per raccontarsi, cioè raccontare le storie di famiglia, riprendere i ricordi di quando i figli erano piccoli, o dei nonni, riguardare le vecchie fotografie o simili, cucinare o giocare insieme; questo aiuta a conoscersi sempre meglio e a condividere con chi si ama le cose belle e anche quelle meno belle, facendo memoria di come insieme si sono superate altre situazioni di prova e rafforzando i legami di affetto e di stima fra noi; a questo proposito mi pare opportuno ricordare che le sacre scritture, specialmente l’antico testamento, si fondano sulla trasmissione della memoria della salvezza di un popolo, come leggiamo nel libro del Deuteronomio: li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai (Dt 6,7); e magari così si riprendono anche dialoghi interrotti tra moglie e marito o fra genitori e figli o viene voglia di pregare insieme o di dare una mano a chi è più in difficoltà per questa situazione.
Per chi, invece, è solo in casa, questo tempo è sicuramente più duro da affrontare, ma si potrebbe approfittare per fare quelle cose per cui non c’è mai tempo, come leggere un libro, fare una pulizia straordinaria, scrivere quello che ci passa per la testa, servirsi di internet o della televisione per approfondire un interesse, unirsi idealmente a tante altre persone pregando o seguendo la messa in tv e, soprattutto, continuare a sentirsi come si può con gli amici o i parenti per condividere quello che ci succede e, se si può, dare una mano a chi è più sfortunato di noi.

Quanto sono importanti le relazioni in una situazione di isolamento?
Continuare a coltivare le relazioni è vitale per non cadere nella paura o nello scoraggiamento, perché nessuno può farcela da solo; anzi, dal momento che non c’è più motivo di avere fretta, possiamo esercitarci ad ascoltarci gli uni gli altri, con calma e profondità, aprendo il nostro cuore all’altro perché possa entrarvi e sentirsi a casa, in famiglia.

Sarà questo un momento nel quale riscopriremo ciò che è essenziale?
Ci auguriamo che sia così, anche se non è così scontato perché si può reagire in modi opposti ad una situazione collettiva di pericolo, cioè può nascere e crescere un sentimento di solidarietà nella fragilità, nella consapevolezza che ci sono eventi che ci sorpassano e l’unica nostra forza è il volerci bene, fare con responsabilità quello che ci è chiesto e affidare il resto a Dio; oppure possiamo alzare ancora di più i muri per difenderci dagli altri e pensare di poterci salvare da soli anche a costo di passare sopra al prossimo.

Anche nel male c’è una possibilità di bene?
Se noi crediamo che Cristo è Risorto e ha sconfitto definitivamente la morte, allora crediamo anche che nessun male può impedirci di voler bene, di fare del bene, come ha scritto S. Paolo: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (…) né morte né vita  (…) potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore (cfr. Rm 8, 35.38) .

Come è cambiata la vita nel monastero da quando è scattata l’emergenza coronavirus?
Da quando si sono rese necessarie le misure di contenimento dell’epidemia, abbiamo cambiato qualcosa nell’orario della preghiera; infatti non abbiamo più la messa quotidiana e dedichiamo più tempo alla preghiera e all’adorazione personale e comunitaria, presentando al Signore la fatica e la sofferenza di tutti. Questa situazione incide anche sul nostro lavoro che, in massima parte, in questo periodo, dipende dalla celebrazione delle prime comunioni e delle cresime che, necessariamente subiranno delle variazioni; perciò ci dedichiamo di più all’orto o a lavori sempre rimandati per mancanza di tempo. Siamo grate alle numerose persone che si sono rese disponibili ad aiutarci facendoci la spesa o simili e da parte nostra restiamo disponibili all’ascolto di chiunque avesse bisogno per telefono o anche personalmente nel rispetto delle regole richieste dalla situazione. A questo proposito ci pare bello citare un passo di una lettera che il direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni, don Miche le Gianola, ha rivolto alle claustrali:
“Rendetevi disponibili a mantenere i contatti con le persone utilizzando telefono o email; sappiate consolare a distanza credendo – nella fatica dell’essere privati di alcuni gesti quotidiani che sono essenziali per la fede e le relazioni – alla fecondità di un futuro che potrà essere rinnovato e sentito ancora di più ‘nostro’ perché ricostruito insieme.” Ci sembra un bell’augurio di bene che estendiamo di cuore a tutti voi.

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1 commento

  • Franco Cucco
    18/03/2020 alle 17:47

    PER ME LE CLARISSE E' UN PUNTO IMPORTANTISSIMO, ANCORA NON SO ESATTAMENTE PERCHE', MA SO CHE COME ARRIVO AL MONASTERO ,STO BENE DENTRO, E POI QUANDO VEDO I VOLTI DELLE SORELLE , SEMPRE CON IL SORRISO ACCOGLIENTE MI SI RIEMPIE IL CUORE.....MI HANNO AIUTATO TANTISSIMO E CONTINUANO AD AIUTARMI....GRAZIE SORELLE

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