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Economia: Commissione Ue, forti squilibri tra Stati europei. Dare priorità a clima, digitale, lavoro e diritti sociali

(Bruxelles)

“Gli squilibri diminuiscono nell’Ue. Gli Stati membri dovrebbero muovere da questa tendenza positiva per proseguire le riforme che permetteranno alla nostra economia di reggere la prova del futuro. Devono ridurre il debito, stimolare la produttività e realizzare gli investimenti giusti per compiere una transizione equa a un’economia sostenibile e inclusiva”. Valdis Dombrovskis (nella foto), vicepresidente della Commissione, commenta con una visione generale le relazioni per Paese rese note oggi dall’esecutivo nell’ambito del semestre europeo. “Oggi la Commissione espone anche un’analisi specifica delle sfide di sostenibilità ambientale, nell’intento – aggiunge – di aiutare gli Stati membri a muovere verso un’economia a impatto climatico zero”. Le relazioni per Paese si concentrano su quattro dimensioni: sostenibilità ambientale, incremento della produttività, equità, stabilità macroeconomica. Attenzione è posta anche sul Pilastro dei diritti sociali e sul lavoro. “Il Green Deal europeo punta a far sì che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Le relazioni – si legge nella nota stampa prodotta dalla Commissione – esaminano specificamente le questioni collegate alla sostenibilità ambientale. L’analisi che riportano in tema di riforme e di principali necessità di investimento in settori quali l’energia, i trasporti e l’edilizia può guidare l’azione politica degli Stati membri in linea con questa priorità”.
Le relazioni per Paese rilevano che “persistono livelli di disoccupazione sensibilmente diversi da uno Stato membro all’altro, mentre la povertà e l’esclusione sociale continuano a diminuire grazie alla situazione favorevole sul mercato del lavoro. Sarà comunque fondamentale l’attuazione concreta del Pilastro europeo dei diritti sociali per garantire che, sia sul clima che nel digitale, la transizione avvenga all’insegna della giustizia e dell’equità sociale”. La crescita della produttività “è ancora un problema, a maggior ragione a causa del cambiamento demografico. La crescita potenziale risulta frenata dalla scarsità di investimenti, dall’invecchiamento della forza lavoro e dalla carenza di competenze o il disallineamento tra domanda e offerta di competenze”. Inoltre gli Stati membri “continuano ad avere posizioni molto diverse in termini di debito e di sfide legate alla sostenibilità. In media, i disavanzi pubblici nell’Ue hanno ricominciato ad aumentare, invertendo la tendenza alla diminuzione degli ultimi anni”.