DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

Un uomo in attesa, Simeone, un «uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele…».

Un uomo docile all’azione dello Spirito Santo con orecchio, cuore e mente aperti all’ascolto di quella Parola che ha plasmato e ha colmato di speranza tutta la sua vita: «Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore».

Egli si reca al tempio ed ha la grazia di prendere tra le braccia la presenza stessa di Dio, l’Infinito racchiuso nel corpo di un neonato, Gesù.

Sono semplici i suoi occhi, semplici e per questo così profondi da vedere la salvezza nella carne di un bambino, di una nuova vita appena sbocciata; è tenero il suo abbraccio perché disponibile a fare spazio, ad accogliere e lasciare il posto: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola…». È testimonianza chiara ed efficace di gratitudine, di gioia serena e pacata per la propria vita e per quell’esperienza di incontro con il Signore che proprio quella vita gli ha donato.

Una donna energica, Anna, che non si risparmia e non risparmia la sua vita: «Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere».

Non si allontana…non si distacca un solo istante da quella relazione, da quell’incontro, da quella presenza capaci di dare vita a tutta la sua esistenza. Come Simeone, incontra Gesù nel tempio e «si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme». La sua lode è accettazione, accoglienza, sintonia col pensiero e la proposta del suo Dio. Ella comincia a parlare di Lui che è la liberazione, la rinascita di chiunque voglia accoglierlo, riceverlo, attenderlo.

Gesù è presentato al tempio e non è accolto dai sacerdoti, ma da Simeone e Anna, un uomo e una donna “senza ruolo”, due innamorati di Dio che, se pur anziani, vivono una vita ancora accesa dal desiderio!

Un uomo e una donna in attesa, quell’attesa che, sola, nell’esistenza di ciascun uomo, può tenere accesa la certezza che la nostra vita non si spegnerà senza risposte, senza incontri, senza luce.

La risposta, l’incontro, la luce che è quel Dio, fatto uomo, che si lascia abbracciare dall’uomo, che mescola la sua vita a quella dell’uomo, che dimora e abita il suo tempio, l’uomo!

 

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