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Sorelle Clarisse: Gesù “abbandona” tutto per farsi solidale, per venire incontro

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

«In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui».
Un evento che, ancora una volta, sconvolge il Battista: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?».
Giovanni Battista prepara il popolo per il Signore, sgombra la via … e Gesù cosa fa? Arriva proprio in mezzo alla sua “attività” di annunciatore ma non per dargli il cambio, né si presenta come scopo e fine ultimo di questo lavoro stesso! Gesù scende nell’acqua con tutto il popolo, si fa solidale con ogni uomo perché tutta la promessa di salvezza sia portata a compimento “dal basso e da dentro” e non solo “dall’alto”, come si aspetta Giovanni.
«Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui». Al suo uscire dall’acqua, al suo ascendere dal basso, corrisponde il discendere dall’alto dello Spirito di Dio.
E’ l’incontro tra Dio e l’uomo, il vero senso e significato dell’incarnazione di un Dio che, come ci dice il profeta Isaia nella prima lettura, «non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta …».
Nessuna azione di forza, nessuna dimostrazione di potenza ma un Dio che, «passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo».
«Questi è il Signore di tutti»: ce lo conferma nella seconda lettura Pietro, testimone in prima persona di un Dio che «non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e partica la giustizia, a qualunque nazione appartenga», un Dio che è venuto e continua ogni giorno a venire perché si aprano «gli occhi ai ciechi», perché escano «dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
Tutto questo è il “battesimo” di Gesù, l’inizio della sua missione nel mondo: non una predicazione, non un miracolo, non qualcosa che potesse meravigliare i presenti, ma un gesto umano di umiltà, di sottomissione a Dio e di totale solidarietà con i suoi fratelli peccatori.
E’ “tutto qui” il Vangelo: i ragionamenti, le distinzioni, la meritocrazia religiosa, le devozioni, tutto è spazzato via da quel gesto umile e devastante di Dio che è l’immergersi nelle acque del Giordano.
Egli è il totalmente altro, l’assoluto, il realizzato, la perfezione, la pienezza: e “abbandona” tutto per farsi solidale, per venire incontro, per conoscere, per redimere, per salvare.
Senza condizioni, senza ricatti, senza attese!