Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

La fiducia incrollabile in Dio permetta a Giuseppe di accettare “una situazione umanamente imbarazzante” e anche “incomprensibile”: la sposa Maria che aspetta un figlio per opera di Dio. Il suo esempio ci aiuti a “recuperare la logica sorprendente di Dio” che è fatta di “apertura verso orizzonti nuovi, verso Cristo e la sua Parola”. Papa Francesco parla così, all’Angelus, della figura di san Giuseppe, protagonista del Vangelo della quarta e ultima domenica d’Avvento, nel cui atteggiamento, spiega “è racchiusa tutta la sapienza cristiana”.

Giuseppe, povero in spirito che “cerca di fare la volontà di Dio”

Lo sposo di Maria è, con Giovanni Battista e la stessa Maria, uno dei tre personaggi che la liturgia propone per il tempo di Avvento, ed è, ricorda il Papa, “il più modesto”. “Non predica, non parla, ma cerca di fare la volontà di Dio”, con lo stile del povero “in spirito”, perché “vive dell’essenziale”, come “coloro che sono consapevoli di dipendere in tutto da Dio e in Lui ripongono ogni loro fiducia”.

Per rispettarne la dignità, pensa di ripudiare Maria in segreto

Francesco sottolinea la situazione “umanamente imbarazzate e contrastante” che coinvolge Giuseppe e Maria: “Sono promessi sposi, non abitano ancora insieme, ma lei è in attesa di un bambino per opera di Dio”. Giuseppe, racconta il Pontefice, “di fronte a questa sorpresa, naturalmente resta turbato ma, invece di reagire in modo impulsivo e punitivo, cerca una soluzione” che rispetti la dignità della sua amata. Così, “per non accusarla pubblicamente”, recita il Vangelo di Matteo, “pensò di ripudiarla in segreto”. Giuseppe, uomo giusto, sottolinea Papa Francesco, infatti “sapeva bene che, se avesse denunciato la sua promessa sposa, l’avrebbe esposta a gravi conseguenze, addirittura alla morte”. Quindi, nonostante la sua piena fiducia in Maria, “che ha scelto come sua sposa”, “questa inspiegabile circostanza” lo induce a mettere in discussione il loro legame, e “con grande sofferenza”, decide di distaccarsi da Lei senza “scandalo”.

Ma l’Angelo del Signore interviene per dirgli che la soluzione da lui prospettata non è quella voluta da Dio. Anzi, il Signore gli apre una strada nuova di unione, di amore e di felicità.

L’ Angelo a Giuseppe: “non temere di prendere con te Maria”

“Giuseppe – gli dice l’Angelo – non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”.

Giuseppe si fida totalmente di Dio, obbedisce alle parole dell’Angelo e prende con sé Maria. Proprio questa fiducia incrollabile in Dio gli ha permesso di accettare una situazione umanamente difficile e, in un certo senso, incomprensibile.

Giuseppe diventa il custode di Gesù e suo padre terreno

Giuseppe comprende, nella fede, “che il bambino generato nel grembo di Maria non è suo figlio, ma è il Figlio di Dio” e lui, Giuseppe, “ne sarà il custode assumendone pienamente la paternità terrena”.

L’esempio di questo uomo mite e saggio ci esorta ad alzare lo sguardo e spingerlo oltre. Si tratta di recuperare la logica sorprendente di Dio che, lontano da piccoli o grandi calcoli, è fatta di apertura verso orizzonti nuovi, verso Cristo e la sua Parola.

Accogliamo Gesù nei nostri progetti e scelte

Maria e Giuseppe, conclude il Papa, “ci aiutino a metterci in ascolto di Gesù che viene, e che chiede di essere accolto nei nostri progetti e nelle nostre scelte”. Dopo la preghiera mariana, Francesco, a tre giorni dal Natale, rivolge il suo pensiero “specialmente” alle famiglie, “che in questi giorni di festa si ricongiungono: chi vive lontano dai genitori parte e torna a casa; i fratelli cercano di ritrovarsi”. “Il Santo Natale – è il suo augurio – sia per tutti occasione di fraternità, di crescita nella fede e di gesti di solidarietà verso quanti sono nel bisogno. E che San Giuseppe ci accompagni in questo cammino verso il Natale”.

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