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Solennità dell’Immacolata, il Papa: la nostra vita sia un sì a Dio fatto di amore e servizio

papa

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano da vaticannews

Domenica 8 dicembre, la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: come avviene dal 1953 il Papa parteciperà nel pomeriggio all’omaggio che la cittadinanza romana per tutta la giornata reca alla statua dell’Immacolata in piazza Mignanelli, a ridosso di piazza di Spagna, dove pregherà e deporrà dei fiori subito dopo la sosta a Santa Maria Maggiore.(Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Maria l’Immacolata
Francesco lo ricorda, in occasione dell’Angelus, ai fedeli che lo attendono in Piazza San Pietro, invitandoli a unirsi a questo gesto di devozione filiale, quindi, nella riflessione prima della preghiera mariana, mette in risalto i diversi aspetti che compongono la bellezza della Vergine Maria, la “tutta santa”, indicandola quale modello per le comunità e la vita personale dei credenti.

“Ecco concepirai un Figlio e lo darai alla luce”. Nel Vangelo dell’Annunciazione c’è tutto ciò che Dio compirà come promesso, ma qualcosa – fa notare il Papa- “è già compiuto nella persona e nella vita della Vergine Maria” e risale al momento precedente la sua nascita :

Infatti, la sua immacolata concezione ci porta a quel preciso momento in cui la vita di Maria cominciò a palpitare nel grembo di sua madre: già lì era presente l’amore santificante di Dio, preservandola dal contagio del male che è comune eredità della famiglia umana.

La “Piena di grazia”
Maria è dunque voluta da Dio come libera dal peccato sin dall’inizio e anche come “piena di grazia”. Ecco il secondo attributo della bellezza della Vergine che Francesco mette in luce spiegando cosa significa essere “ricolmi” dell’amore di Dio:

Dio l’ha pensata e voluta da sempre, nel suo imperscrutabile disegno, come una creatura piena di grazia, cioè ricolma del suo amore. Ma per essere colmati occorre fare spazio, svuotarsi, farsi da parte. Proprio come ha fatto Maria, che ha saputo mettersi in ascolto della Parola di Dio e fidarsi totalmente della sua volontà, accogliendola senza riserve nella propria vita. Tanto che in lei la Parola si è fatta carne.

La “Tutta santa” senza compiacimento
Col suo “si'” all’Angelo che le chiede la disponibilità a diventare Madre di Gesù, Maria rende possibile l’incarnazione e la sua adesione in quel momento è totale. “Non si perde in tanti ragionamenti – aggiunge il Papa – non frappone ostacoli”, ma “si affida e lascia spazio all’azione dello Spirito Santo”, facendo della sua vita un “capolavoro” pur nell’umiltà e nella piccolezza:

Mette subito a disposizione di Dio tutto il suo essere e la sua storia personale, perché siano la Parola e la volontà di Dio a plasmarli e portarli a compimento. Così, corrispondendo perfettamente al progetto di Dio su di lei, Maria diventa la “tutta bella”, la “tutta santa”, ma senza la minima ombra di autocompiacimento. E’ umile. Lei è un capolavoro, ma rimanendo umile, piccola, povera. In lei si rispecchia la bellezza di Dio che è tutta amore, grazia, dono di sé.

La Serva di Dio, umile e discreta
L’ultima osservazione con cui il Papa fa risplendere l’Immacolata, nella solennità odierna, è l’atteggiamento di servizio con cui Maria si consegna a Dio. Pronta a fare la Sua volontà, a lasciare che la sua vita sia plasmata dal Padre, svuotata di sé, quando Maria pronuncia il suo “si'”,”si professa la serva del Signore” e in questo, afferma il Papa, è la sua attenzione da subito alle “necessità altrui”, come testimonierà partendo, subito dopo l’Annunciazione, per andare a visitare la cugina Elisabetta:

La disponibilità verso Dio si riscontra nella disponibilità a farsi carico dei bisogni del prossimo. Tutto questo senza clamori e ostentazioni, senza cercare posti d’onore, senza pubblicità, perché la carità e le opere di misericordia non hanno bisogno di essere esibite come un trofeo. Le opere di misericordia si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle. Anche nelle nostre comunità, siamo chiamati a seguire l’esempio di Maria, praticando lo stile della discrezione e del nascondimento.

“La festa della nostra Madre” è l’invocazione conclusiva del Pontefice “ci aiuti a fare di tutta la nostra vita un ‘sì’ a Dio, un ‘sì’ fatto di adorazione a Lui e di gesti quotidiani di amore e di servizio”.

Giustizia per il Guatemala
Al termine dell’Angelus il pensiero del Papa è andato innanzitutto al Guatemala dove ieri è stato beatificato Giacomo Miller, esemplare educatore di giovani, appartenente ai Fratelli delle Scuole Cristiane e ucciso in odio alla fede, con l’auspicio che questo martirio rafforzi in quella “cara nazione”, “percorsi di giustizia, di pace e di solidarietà”.

Pace e dialogo in Ucraina
Quindi, con gli occhi al vertice che a Parigi avrà al centro la questione Ucraina, Francesco ha assicurato le sue preghiere affinchè questa “iniziativa di dialogo contribuisca a portare frutti di pace” al territorio e alla popolazione.

Quindi il ricordo ai fedeli, dell’appuntamento del pomeriggio a Piazza di Spagna e anche il pensiero alla festività dell’Immacolata che segnerà l’inizio del giubileo lauretano con l’apertura della Porta Santa.