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Immacolata: divenire donna e uomo di fede è quanto mai urgente

Diana Papa

Maria Immacolata, la donna pura per eccellenza, è colei che non ha trattenuto nulla per sé e che, libera da ogni condizionamento, ha vissuto la sua esistenza nel dono totale della sua esistenza, permettendo a Dio di entrare nella sua vita senza mettere ostacoli.

Guardare a Maria Immacolata, donna del silenzio, dell’ascolto, dell’attesa, dell’accoglienza della vita, è un’occasione importante per apprendere da lei una modalità nuova di esserci.

Consapevole di collocarsi di fronte a Dio, Maria nella sua dimensione creaturale è tutta proiettata verso il Signore. Nell’incontro con l’Angelo si interroga, pone domande, per comprendere il filo rosso che collega la sua situazione e il Mistero che la abita. Ella, per fede, si fida dell’angelo Gabriele, messaggero dell’Altissimo; rimane aderente alla terra, senza cercare un contraddittorio, per ottenere delle certezze o confutare l’annuncio. Non programma il dialogo, né vive ancorata al passato o proiettata verso il futuro, è solo consapevole del suo esserci e dell’esserci di Dio nel qui e ora. È attenta alla realtà dei fatti e trova delle alternative, pur nella consapevolezza che il Mistero la supera. Apre il suo cuore all’annuncio, all’ascolto. Maria si coinvolge nella relazione con Dio, interagisce con Lui, si lascia amare, riconosce che nell’accadimento c’è la presenza dello suo Spirito che l’avvolge.

Quando abbiamo sentito nella nostra vita, come Maria, la gratuità dell’amore di Dio per noi? Come superiamo di solito la confusione dell’imprevedibile permesso dal Signore e in che modo risuona nella nostra profondità l’invito rivolto a Maria “Non temere”? Maria risponde ai dubbi con la fede, e noi?

Vivendo continuamente sotto lo sguardo Dio che non percepisce lontano o al di là della sua storia, si lascia attrarre dallo spazio sacro dove il Signore e la sua creatura si incontrano. Immergendosi nel silenzio del Signore, apre il suo grembo di donna per accogliere il Figlio che viene.

Maria, donna di fede, scopre in poveri segni la potenza di Dio, legge nei frammenti la sua presenza. A lui si abbandona con fiducia, si inabissa nell’infinito di Dio e con il suo sì diviene madre del Signore. L’ascolto della parola di Dio in lei si fa carne e le permette di divenire madre del Figlio dell’Altissimo. Maria giunge alla pienezza della sua vocazione attraverso la fede.

L’eccomi di Maria è agli antipodi della mentalità attuale, dove ognuno sente di poter decidere delle sorti della propria e altrui storia. Maria si consegna a Dio e rimanda all’unica cosa necessaria: partire sempre dal senso della propria vita, rivisitando continuamente il fondamento delle relazioni.

Divenire donna e uomo di fede è quanto mai urgente in questo tempo. L’insoddisfazione, il vivere di calcolo, l’apparire, la superficialità nei rapporti, caratterizzano oggi il vuoto esistenziale. Mentre la mondanità tenta di annullare la ricerca della dimensione spirituale, anche come ricerca di senso, nello stesso tempo l’umanità sembra gridare, con il disagio esistenziale palese o nascosto, che ha bisogno oggi di testimonianze che rimandano al Mistero.

Maria nel suo cuore ha goduto della sua adesione a Dio: nel duplice movimento esistenziale ha offerto la sua vita al Signore e ha donato Gesù all’umanità. Nell’incontro dell’offerta e del dono Maria ha tracciato la missione di ogni donna. Ella è chiamata ancora oggi dallo Spirito a rendere visibile con la propria vita il Dio con noi, divenendo come Maria donna di fede, di speranza, di comunione, di tenerezza, di concretezza, di gratuità, di dono, per potere costantemente umanizzare la terra abitata da Dio.

Che cosa mi aiuta a rispondere oggi a Dio l’“eccomi” di Maria?