Dall’inizio dell’anno, più di 5.000 persone sono morte a causa del morbillo, oltre il 90% erano bambini sotto i 5 anni. Mentre l’epidemia di Ebola, che in Congo ha causato la morte di oltre 2.000 persone, ha avuto una sostenuta attenzione internazionale, il morbillo, che ha causato più del doppio delle morti, continua ad essere sottovalutato”. È quanto denuncia ieri Edouard Beigbeder, rappresentante dell’Unicef in Repubblica democratica del Congo.
“A causa di violenza, insicurezza, mancanza di accesso a cure mediche, vaccini e kit medici nelle aree più duramente colpite, migliaia di bambini non vengono vaccinati, con conseguenze potenzialmente letali”, aggiunge Beigbeder, spiegando che “le convinzioni culturali e le pratiche sanitarie tradizionali spesso ostacolano anche la vaccinazione dei bambini contro il morbillo e il trattamento di quelli con sintomi”.
“Nonostante le sfide da affrontare, abbiamo gli strumenti e le competenze per prevenire il morbillo con un vaccino sicuro, efficace e a prezzi accessibili. La chiave è raggiungere ogni singolo bambino, ovunque si trovi”, sottolinea Beigbeder. L’Unicef e i suoi partner stanno portando avanti campagne di vaccinazione contro il morbillo nelle aree più duramente colpite e stanno fornendo ai centri sanitari medicine per trattare i sintomi. “Finora – evidenzia il rappresentante dell’Unicef in R.D. Congo –, abbiamo distribuito 1.317 kit medici per il morbillo – che contengono antibiotici, sali per la reidratazione, vitamina A e altre medicine – nelle zone colpite per trattare i bambini con complicazioni”. Tuttavia, queste misure possono essere solo una soluzione a breve termine, poiché – conclude – un investimento significativo nel rafforzamento del programma nazionale di vaccinazione della Repubblica democratica del Congo e su sistemi sanitari più ampi è fondamentale per garantire la salute e il benessere dei bambini del Paese”.

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