THAILANDIA – “Offrire un nuovo paradigma per la risoluzione dei conflitti, contribuire all’intesa tra le persone e alla salvaguardia del creato”.

Sono i compiti affidati dal Papa ai leader cristiani e di altre religioni, incontrati a Bangkok. “Sono finiti i tempi in cui la logica dell’insularità poteva predominare come concezione del tempo e dello spazio e imporsi come strumento valido per la risoluzione dei conflitti”, il monito di Francesco: “Oggi è tempo di immaginare, con coraggio, la logica dell’incontro e del dialogo vicendevole come via, la collaborazione comune come condotta e la conoscenza reciproca come metodo e criterio. Tutto ciò che facciamo in questo senso è un passo significativo per garantire alle generazioni più giovani il loro diritto al futuro, e sarà anche un servizio alla giustizia e alla pace. Solo così forniremo loro gli strumenti necessari, perché siano essi i protagonisti nel modo di generare stili di vita sostenibili e inclusivi”.

“Questi tempi – l’analisi del Papa – esigono da noi che costruiamo basi solide, ancorate sul rispetto e sul riconoscimento della dignità delle persone, sulla promozione di un umanesimo integrale capace di riconoscere e pretendere la difesa della nostra casa comune; su un’amministrazione responsabile che tuteli la bellezza e l’esuberanza della natura come un diritto fondamentale all’esistenza”.

“Tutti noi siamo chiamati non solo a fare attenzione alla voce dei poveri intorno a noi: gli emarginati, gli oppressi, i popoli indigeni e le minoranze religiose, ma anche a non aver paura di generare istanze, come già timidamente iniziano a svilupparsi, dove poterci unire e lavorare insieme”, l’appello ai leader religiosi.

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