“Ravvivare, soprattutto in questo periodo, la vita delle nostre comunità parrocchiali”.
È il compito affidato dal Papa agli aderenti al servizio per le Cellule parrocchiali di evangelizzazione, ricevuti in udienza in occasione del 30° anniversario della sua nascita. “Le nostre parrocchie sono invase da tante iniziative, dove spesso, però, non si incide in profondità nella vita delle persone”, il grido d’allarme di Francesco, che ha chiesto alle Cellule di aiutare le parrocchie ad essere “anzitutto luogo per ascoltare la Parola di Dio e celebrare il mistero della sua morte e risurrezione”: “Solo a partire da qui si può pensare che l’opera di evangelizzazione diventi efficace e feconda, capace di portare frutti”, ha sottolineato il Papa. “Purtroppo, per tante ragioni, molti si sono allontanati dalle nostre parrocchie”, la sua analisi: “È urgente, quindi, che recuperiamo l’esigenza dell’incontro per raggiungere le persone là dove vivono e operano. Se abbiamo incontrato Cristo nella nostra vita, allora non possiamo tenerlo solo per noi. È determinante che condividiamo questa esperienza anche con gli altri; questa è la strada principale dell’evangelizzazione”. “Ogni volta che incontrate qualcuno, si gioca una storia vera che può cambiare la vita di una persona”, ha sottolineato Francesco: “È sempre avvenuto così”. “E questo non è proselitismo: è dare testimonianza”, ha aggiunto a braccio.  “Possa il vostro annuncio diventare una testimonianza di misericordia, con la quale rendere evidente che ogni attenzione fatta a uno dei più piccoli è fatta nei confronti di Gesù stesso che in loro si identifica”, l’auspicio del Papa, che salutando con favore la “moltiplicazione delle Cellule, ormai presenti in tante parti del mondo”, ha esclamato: “Non stancatevi mai di seguire le strade che lo Spirito del Signore Risorto vi pone dinanzi. Non vi freni alcuna paura del nuovo, e non rallentino il vostro passo le difficoltà che sono inevitabili nella via dell’evangelizzazione. Quando si è discepoli missionari, allora l’entusiasmo non può mai venire meno!”. Il Santo Padre aveva cominciato il suo discorso a braccio, ringraziando don Piergiorgio Perini per i suoi “65 anni di sacerdozio e 90 di età”: “Io gli ho chiesto la ricetta, come fa?”, ha scherzato Francesco.

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