“Solidarietà e vicinanza ai militari italiani feriti in Iraq”. La esprime Un Ponte Per (Upp) in una nota sull’attentato, rivendicato ieri dall’Isis, ai danni di 5 militari italiani, feriti gravemente, in Iraq. “Riteniamo che anche loro siano vittime della lunga guerra che da decenni insanguina il Paese – continua il comunicato -. Ribadiamo la nostra contrarietà a questa missione. Riteniamo che gli eserciti dei Paesi che hanno preso parte attivamente alle due guerre che hanno portato l’Iraq al caos attuale, causando migliaia di vittime, dovrebbero stare ben lontani dal Paese”. L’ong sostiene che “il Governo italiano dovrebbe, piuttosto, sostenere attivamente forme di cooperazione civile”. “I costi della missione italiana, inoltre, dal 2003 ad oggi hanno raggiunto i 3 miliardi di euro: una cifra smisurata, che se usata per fini civili (costruzione di scuole, ospedali, potabilizzatori, ricostruzione dell’infrastruttura economica) avrebbe consentito una più efficace opera di contrasto di Daesh e della divisione settaria del Paese”. “Non riteniamo che l’Italia in Iraq debba svolgere alcuna attività militare – conclude la nota di Un Ponte Per -, ma molto potrebbe fare per ricostruire ciò che le guerre in questi decenni hanno distrutto, come stanno tentando di fare le nuove generazioni”.

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